Il suo breve romanzo gli fece meritare fama di mago, é pur vero certo che egli si dedicasse a qualche esperimento di alchimia, e volendo dirla tutta il sig. Wolfgang un po’ ci sguazzava.
Tuttavia quando scrisse I dolori del giovane Werther nemmeno lui avrebbe potuto immaginare che i casi di suicidio si moltiplicassero con ritmo così elevato: pochi giorni dopo la pubblicazione del libello, ad esempio, una giovane fu trovata senza vita sulle rive di un fiume, con il romanzo in una tasca.
Apparentemente la ragazza era sembrata ai vicini sempre una giovane normalissima, che salutava tutti e compiva il proprio dovere a scuola, rendendo fieri i suoi genitori, eppure giaceva lì, senza vita, vittima di un tremendo peccato.
Non vi suonano forse singolarmente familiari queste circostanze?
In un’epoca di falsi modelli, di obbiettivi ectoplasmici lanciati ai giovani come ossa ormai da buttare, la storia di Werther gode di raccapricciante fama tutt’oggi, ed appare, noi miseri, estremamente attuale.
Quali sono dunque i modelli da seguire? Come riconoscere quelli sbagliati? Ma soprattutto: se i giovani sono depressi ora, che futuro può sperare di avere la società di domani?