“Era dentro. La pistola premeva contro la cintura, e doveva star attento a non farsi scoprire. La cattedrale cupa e grigia era piena di turisti, forse più di quanto potesse aspettarsi in un normale martedì di maggio.
La lettera era al suo posto, tutto era pronto, e lui? Si sentiva pronto, ma lo era per davvero?
Sapeva che nel momento in cui avesse afferrato il calcio dell’arma avrebbe avuto solo una manciata di secondi prima di scatenare il panico …”
Potrebbe sembrare l’inizio di uno di quei thriller a cui ci ha tanto bene abituati Dan Brown, una chiesa antica, un arma e un uomo con un segreto.
Sembrerà strano ma questi sono proprio gli elementi che hanno coinvolto Parigi e la sua famosissima cattedrale, Notre-Dame qualche giorno fa. Lui si chiamava Dominique Venner e aveva 78 anni. Martedì scorso l’uomo è entrato nella cattedrale parigina e si è tolto la vita con un colpo di pistola. Era un personaggio conosciuto Venner, uno storico e scrittore dell’estrema destra francese che aveva espresso in passato il proprio rifiuto verso la nuova legge che consente i matrimoni gay.
Nel panico generale, dopo lo sparo, la polizia è accorsa evacuando la cattedrale e, analizzato il corpo senza vita di Venner, le forze dell’ordine hanno ritrovato una lettera che spiegherebbe i reali motivi che avrebbero spinto l’anziano uomo ad un gesto tanto disperato.
Nella lettera era specificato che la sua decisione non partiva assolutamente da motivi privati e personali, ma era un atto mirato a «scuotere le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini». Pare infatti che ad indignare lo scrittore francese fossero proprio la legge che consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la crescita del peso demografico di musulmani in Francia.
Il suicidio è una decisione che implica un cambiamento interno della vittima, perché questo venga portato a termine. Se si aggiunge la realizzazione della convinzione che non ci siano più vie d’uscita e alternative, si ottiene una situazione disperata che attanaglia a tal punto l’animo umano da spingerlo nel vuoto, verso la sua fine. Ma come concetto, questo, meglio si presta alle tragedie personali, infatti per i motivi che pare muovessero l’animo di Venner il processo è sensibilmente differente. C’è determinazione, razionalizzazione di un problema e l’approdo ad una soluzione, quella del suicidio appunto.
Ma possono aver prodotto in Venner tanta disperazione l’idea dell’evoluzione sociale a breve termine, con la legge a favore per i matrimoni gay, e quella a lungo termine, prodotto di un cambiamento radicale dell’antica popolazione francese a causa degli immigrati musulmani?
Sembrerebbe proprio così. Infatti Venner con l’ultimo intervento sul suo blog scrive: “I manifestanti del 26 maggio (oppositori alle nozze gay) hanno ragione a gridare la loro rabbia. Una legge infame, una volta votata, può sempre essere abrogata”
Insomma è decisamente chiara la posizione dello scrittore nei confronti della nuova legge, e i motivi del suo gesto saranno sicuramente problema degli agenti di polizia.
Nel dubbio però Marine La Pen, capo del movimento nazionale di estrema destra, Front National, ha scritto su Twitter complimentandosi con Venner per il suo atto di forza. Nel suo messaggio era scritto: “Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner il cui ultimo gesto, fondamentalmente politico, ha avuto come scopo quello di risvegliare il popolo francese”.
Quello che mi viene da pensare è che si possa provare rispetto per qualsiasi cosa favorisca una nostra idea, ma l’appoggio alla scelta di suicidio da parte di un esponente politico è preoccupante. Nonostante la lettera, non si ha la certezza sul significato del gesto di Venner, per questo nessun personaggio pubblico dovrebbe sfruttare una simile situazione per far prevalere il proprio pensiero, né tanto meno per influenzare l’opinione pubblica. Per quanto nobile possa essere un’idea, non deve avvalersi di una tragedia, sarebbe come negare la sua validità e perderebbe ogni valore.