1962. È domenica pomeriggio. Le strade mute, le serrande abbassate. Solo Rita Pavone riecheggia nei salotti in bianco e nero, dove mogli dalle gonne larghe e soffici siedono accigliate sul divano, tormentando il gomitolo di lana in attesa del 90” minuto. Son rimaste sole, ad aspettare senza fortuna che il loro amore ritorni a casa. Perché la domenica è un’agonia del mondo femminile, una piaga devastante che costringe milioni di donne ad indicibili tormenti. Lui non c’è, il tempo si ferma. E se dopo un pomeriggio passato ad aspettare un gol, si ottiene un po’ di attenzione, poi tocca sorbirsi i commenti dei movioloni, le discussioni, il dopo partita inesauribile in cui si nominano paroloni indecenti..“fuorigioco”, “calcio di rigore”, “pallonetto”…roba da perderci la testa! Che si sa, una donna non le capirebbe nemmeno in tutta una vita, e tanto vale nemmeno spiegarle cosa ci fa quel tizio in calzoncini da solo davanti alla porta….
Immagine sbiadita di un’Italia che non c’è più, né forse c’è mai stata. Perché basterebbe fare un giro per gli stadi per scoprire che il mondo femminile non solo è partito all’assalto del calcio, ma mira a conquistarlo con una passione che cresce ogni anno. Secondo i dati Eurisko e Indesit, infatti, donne e pallone non è più un’equazione raccapricciante che rievoca stadi primordiali da ridicolo sessismo, ma la prova materiale che lo sport appartiene a tutti. Pronte all’arrembaggio, armate di maglia del cuore, con schemi di gioco ben preparati e decise su chi scommettere nel prossimo “calcio mercato”, donne di ogni età invadono gli spalti degli stadi con tormentata sofferenza.
Certo, a guardarli quei dati, la strada sembra ancora lunga per le tifoserie Italiane. Se le turche si piazzano al primo posto con un buon 60% di amanti calcistiche, infatti, l’Italia arriva solo dopo Francia e Inghilterra, con il 47% (12 milioni, di cui solo un milione occupa realmente gli spalti). Un triste resoconto che fotografa perfettamente lo stato di un paese pericolosamente ancorato a luoghi comuni, in cui nemmeno la musica aiuta a fare un passo avanti, se ancora nel 2012 è possibile trovare canzoni come “donne e pallone”, in cui le parole di Rayden recitano “le donne e il pallone le donne mi mandano nel pallone non sopportano il giuoco del calcio se non gioca Cristiano Ronaldo”. Una canzone come tante, ironica e provocatoria, si replicherebbe, ma che in fondo ci sta ad alimentare quel senso di confine nello sport,” son cose da uomini”, dice il cartello all’entrata. Barriere che non sembrano ostacolare la crescente tifoseria femminile italiana, comunque. Perché nonostante battute poco originali, le donne sembrano decise a fare “gol”, e ad appropriarsi con orgoglio di quella Domenica ricca di passioni ed emozioni, e con risultati ottimi, se si guarda alla competenza di presentatrici come Ilaria D’Amico.
La Domenica pomeriggio è sacra, lo è anche il turno infrasettimanale, e qualche volta il sabato pomeriggio, poi ci sono certi Lunedì…in quel silenzio spirituale, che nasconde profezie e preghiere, si solleva un respiro comune, sono donne che esultano, con trombette, volgarità propiziatorie e abbracci di sostegno tra tifosi…e qualche volta ci scappa pure una lite, che quello cosa vuoi ne capisca di calci di rigore! Non è più tempo di Domeniche solitarie.