“Sono contrario alle emozioni” è la storia di un uomo incapace di gestire i propri sentimenti e pensieri, raccontata attraverso un folle monologo interiore del protagonista. Si passa dalla descrizione dei giorni passati con la sua ultima amante, ad elucubrazioni fantasiose e ardite sulle canzoni di Raffaella Carrà. Attraverso il susseguirsi di argomenti disparati, l’autore mette su carta le evoluzioni e involuzioni del pensiero umano, disegnandolo con ironia e sagacità.
Alcuni passaggi sono molto divertenti, ma non sempre risultano limpidi e coerenti. A volte il sarcasmo appare un po’ forzato; De Silvia talvolta insiste tanto sulle sue battute, da passare dal piacevole al ridicolo, al noioso. Nel complesso le battute del personaggio sanno essere comunque spassose al punto giusto, tanto che, leggendo questo romanzo, è facile farsi scappare una risata.
È interessante come i fatti veri e propri siano scarsi: non succede quasi nulla, gran parte delle pagine del romanzo sono dedicate alle sedute del protagonista con lo psicologo, al quale racconta le sue giornate con una reticenza per nulla produttiva. Lo sfida, lo provoca e tace, mentre tra sé e sé pensa a ciò che dovrebbe dirgli. Ampio spazio è riservato ai discorsi che fa con se stesso, del tutto estranei alla narrazione o collegati da elementi minimi.
Insomma, la voce del narratore e protagonista è ciò che tiene insieme questo romanzo e la sua preponderanza, è l’elemento più caratteristico che lo contraddistingue. La scrittura di Diego De Silva è scorrevole e semplice. Come richiesto dal tema trattato non esita a scivolare nel linguaggio colloquiale fino ad arrivare al linguaggio tipico del monologo interiore, pieno di interruzioni, cambi repentini di argomento, sospensioni, autocorrezioni. È un italiano fluido che ben rispecchia la contemporaneità della lingua e la quotidianità del suo uso.
Parlando dei singoli aspetti, questo romanzo risulta ben scritto e interessante. Se si guarda al libro in generale, però, può lasciare un po’ di amaro in bocca, perché risulta di poco spessore, desideroso di trattare temi più importanti che rimangono tra le righe, inesplorati. È un romanzo molto semplice, forse troppo, ed è questo il suo difetto secondo me.