Questo articolo farà inorridire i forzati dell’etichetta!
Ma io oggi metto al bando le formalità e vi invito a scoprire o a riscoprire questo piacere che è portare alla bocca piccole porzioni succulente e ripulire con le labbra i polpastrelli deliziosamente impiastricciati.
L’esperienza si fa più rilassante e divertente, quindi datevi ogni tanto la licenza poetica di essere istintivi e primordiali: è quasi una sensazione liberatoria quella di afferrare un boccone e mangiarlo annullando l’intermediazione della posata. C’è davvero una piacevolezza maggiore e anche un’attenzione maggiore al cibo e a tutte le sensazioni che accompagnano il gesto…
No, non dovete farlo solo per quei cibi (pochissimi) per cui il galateo prevede che si possano mangiare senza posate!!
Ricordatevi che in alcuni percorsi di degustazione tatto e palato camminano insieme in un percorso multisensoriale.
No, non si tratta solo di piccoli bon bon a fine pasto, ma di funghi fritti, fette di salame e pane croccante, patatine, croccanti gamberi fritti da “pucciare” in sfiziose salsine, tacos, baguette con burro di montagna e crema mou…
Ma lo sapete che il sommelier Joseph Roca invita gli ospiti della rinomata cantina ad assoporare champagne immergendo una mano in un secchiello pieno di microsfere di metallo? In questo modo sulla pelle scorrono le stesse bollicine che scendono nella gola…
Una goduria!
Purtroppo dobbiamo a Caterina de’ Medici l’introduzione a corte delle posate: all’epoca furono viste come magici strumenti, ma fecero partire un nuovo concetto di galateo a tavola.
Se ancora siete incerti sul da farsi, fate così: noleggiate il film dal titolo “Il pollo si mangia con le mani”, mettetevi sul divano, tovagliolo in grembo (vassoio per i più chic) e scodella di polpettine da intingere in salse sbrodolanti, piccanti e …slurp…
mmmmmmm…lo so che adesso avete l’acquolina in bocca!!!