La scorsa notte il burrone era pieno di animali.
Due avevano l’anima scavata, come un tronco, dalle larve, consunto. Le rimanenti anime erano pelle scaduta che ricadeva sulla terra.
Arricciata.
Io avevo il grembiule, e il fiocco bianco si bruciava. Dietro di me un negozio vintage si incendiava. Tu, P., mi tenevi la mano, incrociata, eri albina nel tuo lucore umano. Il rossetto era bianco. Metà sole e metà notte, il tempo era indiviso seppur spezzato.
Correvo verso l’Eterno sentimento, amore o decadimento della paura nell’espressione di un nuovo amore.
Ululati nei negozi.
Poi quindici stelle mi tolsero il grembiule, ero infante, e tu ricadesti con me nelle stesse diciotto giornate.
Non cresceremo, saremo evoluzione malata, sogno di materia non temporale.
Saremo davanti al fondaco.
Nessuno può riconoscerci in questa terra.
Nessuna lezione.
Amen