Quale appassionato lettore non ha mai sfogliato le pagine di Alice nel paese delle meraviglie, o non si è mai perso tra i racconti della piccola Dorothy de Il meraviglioso mago di Oz?
Non tutti sanno che questi capolavori, seppur isolati nel loro periodo, sono ispirati da una lunga tradizione mitologica che abbraccia diverse culture. Dalla mitologia greca e romana (l’Iliade e l’Odissea di Omero e l’Eneide di Virgilio) a quella mesopotamica, conl’epopea di Gilgamesh, passando per le saghe epiche medievali e i testi di mitologia scandinava, come Beowulf e le raccolte dei miti celtici come il Mabinogion, senza dimenticare i romanzi normanni e francesi nei famosi cicli bretoni e arturiani.
Parlare di mitologia oggi significa parlare di letteratura fantasy, in cui è possibile ritrovare magia e creature immaginarie. L’evoluzione del genere, nato ufficialmente nell’800, è stata dettata da fattori sociali e culturali che ne hanno marcato le caratteristiche, facendo sì che nascessero poi anche dei sottogeneri. La caratteristica prima, almeno quando si parla di fantasy moderno, è quella di associare la presenza di elementi fantastici a elementi tipici del romanzo: le ambientazioni sono assolutamente distanti dalla realtà eppure la richiamano, non vi è un tempo definito in cui poter collocare gli eventi e il soprannaturale è spesso un elemento portante della storia. Le differenze con il fantasy tradizionale (più propriamente i miti, le leggende e le fiabe) riguardano quindi il rapporto che quest’ultimo ha con la realtà, una realtà spesso traslata nell’immaginario dello scrittore che, attraverso mondi fantastici, riesce a comunicare difficoltà, valori e sogni del mondo reale. Il genere ha raggiunto, in particolare in Europa, la fama grazie ai romanzi della seconda metà del ‘900 che ne hanno arginato alcune caratteristiche. Erano gli anni ’30 quando Tolkien iniziava ad immaginare i mondi e personaggi che avrebbero abitato quello che sarebbe stato il suo capolavoro, la trilogia de Il signore degli Anelli: a tutti gli elementi tipici del Medioevo, lo scrittore aggiunge una visione profondamente cristiana, cosa che avrebbe fatto anni dopo anche Lewis ne il suo Le cronache di Narnia.
Poi ci sono stati i sottogeneri di Stephen King e Mervyn Peake e, negli anni ’90, la saga di Harry Potter della scrittrice J.K. Rowling che ha cambiato l’approccio al genere, avvicinandolo per la prima volta al mondo dei bambini e degli adolescenti. L’enorme successo del fantasy ha così permesso la sperimentazione da parte degli autori che hanno creato, con gli anni, diversi filoni, più o meno valevoli: non ultima la saga dello scrittore americano G.R.R. Martin Le Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Insomma un tipo di letteratura finalmente tornata in auge anche in Europa, da sempre in corsa contro gli Stati Uniti. E se a leggerla sono anche i bambini che male c’è?