Questa è una di quelle sere in cui avverto i miei sensi amplificati. Una luce è in grado di abbagliarmi, un sussurro di svegliarmi, un sapore, anche il più amaro che esiste al mondo, di riempirmi di brividi. Ed è incredibile come una foto possa letteralmente sconvolgerti la giornata.
Poco fa sono entrato su Facebook per controllare le mie notifiche e i miei messaggi. Tanti, troppi. Così ho preferito dare un’occhiata alle notizie più importanti, quelle che escono nella home principale.
Tu. Il tuo profilo. Una foto. Un messaggio. Il tuo ritorno dalle vacanze a Barcellona. Una tua canzone, che il mio computer lento e non ancora aggiornato mi impedisce di ascoltare.
E davvero, è capitato. Quel tuffo al cuore del quale ti ho inizialmente parlato. Quel sussulto, quel brivido freddo che avanza per tutto il mio corpo. Avvolgendolo.
Un sacco di pensieri hanno girellato per la mia testa ed è stato impossibile afferrarne uno. Quella tempesta di emozioni mi ha davvero scombussolato.
E’ stato bello leggerti, leggere di te. Rubare a tua insaputa un attimo che hai immortalato nella tua memoria e che hai deciso di condividere con gli altri. Non ho dato miei cenni di vita, non ho commentato, non ho messo “Mi piace”, non ho fatto niente. Ho solo guardato tutte quelle parole, immaginando te mentre le scrivevi. La tua schiena, i tuoi capelli, le tue labbra…
E poi quella foto, che non avevo mai visto, che hai deciso di mettere come foto profilo. E’…bellissima. E penso che sia stata proprio la foto, la causa di questo tuffo al cuore.
È incredibile come io riesca a parlare di te solo basandomi su ciò che la tua bellezza esteriore mi regala: veri e propri brividi, vere e proprie sinapsi. Mi deconcentro, la realtà che mi circonda viene sospesa, messa tra parentesi. Importa solo quell’immagine, quell’insieme di pixel che compongono il tuo volto. E quella paura di non essere all’altezza di incontrare i tuoi occhi per più di un istante, accompagnata ad un’incrollabile speranza di, un giorno, riuscirci. Solo il pensiero mi distrugge tutto il coraggio che l’ottimismo che ho in corpo mi fornisce: la tua bellezza mi schiaccia, come la certezza che io e te siamo due sconosciuti.
Ho sempre avuto un rapporto difficile con la bellezza, oggettiva o soggettiva che sia. Purtroppo ho il bruttissimo difetto di associare a tutto ciò che è bello una quantità di pericolo tale da aiutarmi a mantenere le distanze da tutto ciò che mi piace. Per questo vedo in tutto ciò che è meraviglioso una minaccia, un avvertimento. Non mi riferisco ai soliti discorsi “bello, quindi stronzo” ma a qualcosa che fa riferimento alla mia intimità e alla mia personalità. Ho sempre avuto un atteggiamento “epicureo” nei confronti della vita. Mi son sempre buttato a capofitto nelle emozioni, cadendo in quel mare in tempesta in cui tutte le emozioni galleggiano. Mi sono sempre fatto sopraffare dall’attrazione fisica, dal successo professionale, dalla bellezza. E questo non ha fatto altro che mettermi in competizione con gli altri. Così, anziché vivermi tutto, ho vissuto la paura di perdere, di essere un fallito.
Parlo come un pensionato, ma ti posso assicurare che è così. Così ho deciso di adottare un atteggiamento più stoico. Ricordo che ad una lezione di filosofia, l’insegnante mi descrisse un quadro che era in grado di riassumere la differenza tra l’epicureo e lo stoico.
Un mare in tempesta, è il tramonto. E poi, in alto, una grande roccia sul quale è seduto un uomo, che osserva gli altri uomini nel mare, in balia delle onde, che rappresentano le emozioni e i sentimenti. Ecco, io ho voluto diventare quell’uomo.
Non so che interpretazione dare a quell’uomo, ma a mio parere si tratta di paura di vivere le emozioni, un atteggiamento di difesa controproducente a causa del carattere finito dell’esistenza.
Ecco. Beh, come avrai già capito, è da un po’ di tempo che quell’atteggiamento comincia a pesare. Non parlo di maschere, non ne ho mai indossate. Semplicemente questo atteggiamento è un po’ come un paio di jeans di qualche taglia in meno. Mi sta troppo stretto e non mi si addice.
E proprio nel momento in cui ho visto la tua foto me ne sono reso conto. Ho davvero bisogno di vivere di emozioni, ho davvero bisogno di comunicarti ciò che mi trasmetti…
E lo so, so che è patetico. Ormai lo sto ripetendo in ogni lettera. Eppure guardarti, dal vivo o meno, mi impedisce di fare a meno di prendere la penna e immaginarti davanti a me, di scrivere tutto ciò che i miei occhi vedono e il mio cuore sente.
Mi domando quale sia il profumo della tua pelle, come tu faccia ad inarcare gli occhi in maniera così sexy quando parli con qualcuno, a passarmi davanti con così tanta indifferenza quando invece, dentro di me, c’è un vulcano in eruzione che ti chiama.
Il fatto che non ti conosco per niente gioca molto a tuo favore, se così si può dire: il mio istinto è quello di riempirti di domande, di biascicare complimenti su complimenti, di scoprire chi sei. Se sei fidanzato, perché in discoteca non ti vedo mai filtrare con nessuno, perché non ti ho mai visto baciare nessuno, perché non ho mai visto qualcuno avvicinarsi a te con l’intenzione di conoscerti, di “farsi avanti”.
Eppure non posso, non riesco a pensare che tu non piaccia a nessuno. Perché quell’istinto di competizione del quale poco fa ti ho parlato, anche se appartiene al mio passato, si sta risvegliando sempre più, ogni volta che ti vedo a ballare, ogni volta che intorno a me e a te stanno persone diverse. Che potrebbero guardarti come faccio io, essere sopraffatti dalla curiosità che la tua riservatezza emana come succede a me…
E perdonami, se forse ti sto mettendo in imbarazzo, ti sto spaventando, ma non ho davvero niente da perdere a mettere a nudo i miei pensieri. Stavolta il non conoscerti gioca a mio vantaggio. Almeno in questa prospettiva.
Stasera mi sento davvero sazio, sazio di emozioni.
E tutto merito ad una tua foto, all’averti visto, al forte desiderio di tornare finalmente a casa per poterti vedere e pensare che un giorno, forse, i tuoi occhi mi guarderanno in maniera diversa.
Mi sento come se avessi ingerito una quantità spropositata di cibo dopo giorni di digiuno. Come se avessi dormito per giorni interi dopo esser stati svegli nottate intere. Come se avessi attraversato un viale alberato e mi fossi fatto avvolgere dai petali del ciliegio.
Mi sento protetto da questo tumulto di emozioni. Di nuovo, come sempre, grazie a te.