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La contraddittorietà di Charlotte Brontë

“Abbi tanto rispetto di te da non prodigare l’amore di tutto il tuo cuore, e la tua anima e la tua forza a qualcuno che non gradirebbe il tuo dono e lo disprezzerebbe”

Charlotte  Brontë  nacque il 21 aprile 1816 a Thornton, nello Yorkshire, figlia di Patrick Brontë, un pastore anglicano di origini irlandesi,  e di Maria Branwell. Charlotte era la terza di sei figli: dopo le due sorelle maggiori, Maria ed Elisabeth, i tre fratelli minori della Brontë erano Emily, Patrick Branwell e Anne. Proprio con le due sorelle più piccole Charlotte trascorse la maggior parte della propria vita, condividendo la  passione per la letteratura e il talento letterario.

Nel 1820 la famiglia Brontë si trasferì nel villaggio di Haworth, dove il padre di Charlotte era stato nominato Reverendo della canonica; l’ aspra brughiera e la vegetazione selvaggia  circostanti il villaggio eserciteranno sempre un fascino particolare sulla scrittrice, tanto che ne fece spesso lo sfondo delle sue opere. In seguito alla morte della madre, la zia Elisabeth tentò di prendersi cura dei nipoti, ma fu ben presto sostituita dalla governante Tabby che diede ai piccoli fratelli Brontë l’affetto di cui avevano bisogno; inoltre, con i suoi racconti, la governante stimolò in loro l’interesse per la narrazione. Nel 1824 Charlotte, insieme alle sorelle Maria, Elisabeth ed Emily, fu iscritta alla Cowan Bridge School nel Lancashire. Tuttavia, la severa disciplina e le precarie condizioni igienico-sanitarie della scuola misero a dura prova la salute delle sorelle, al punto che Maria ed Elisabeth fecero ritorno a casa, per morire poco dopo. Charlotte ed Emily invece proseguirono gli studi nell’istituto; l’esperienza di quegli anni però si rivelò traumatica per le due sorelle, tanto da essere rievocata in chiave negativa e polemica nel celeberrimo romanzo di Charlotte, Jane Eyre.

Dopo la morte delle sorelle Maria ed Elisabeth, la scrittrice proseguì gli studi a casa, sotto la supervisione del padre; inoltre, la ricca biblioteca del Reverendo permise a Charlotte di arricchire e perfezionare le proprie conoscenze, comprendendo quanto fosse importante l’istruzione, soprattutto per una donna. A casa inoltre la Brontë formò i primi ideali politici, alimentati dalle frequenti discussioni con il padre e dalla lettura di giornali. In questi anni Charlotte cominciò l’attività letteraria insieme alle due sorelle e al fratello Branwell, a cui il padre aveva regalato dei soldatini: questi ultimi furono i protagonisti del mondo immaginario inventato dai fratelli Brontë, chiamato Angria.

Nel 1831 Charlotte fu iscritta alla scuola di Miss Wooler, a Roe Head, dove in seguito insegnò, acquisendo le abilità e le conoscenze che le permisero di diventare un’istitutrice. Ben presto infatti, a causa dell’instabilità economica familiare, le tre sorelle decisero di far fruttare la loro passione letteraria, scrivendo altri capitoli sul mondo di Angria da loro creato. Nel 1842 Charlotte si recò con Emily a Bruxelles per frequentare una scuola di perfezionamento, dove migliorò la conoscenza del francese e del tedesco e dove si innamorò del professor Heger; da quest’amore non corrisposto nacque il primo romanzo della Brontë, Il Professore, pubblicato solo dopo la morte della scrittrice. Tornata a casa, con Emily e Anne tentò di aprire una scuola femminile, ma la mancanza di denaro e i problemi di salute del padre e del fratello fecero sfumare ben presto il progetto.

Nel 1846 le tre sorelle pubblicarono una raccolta di poesie, firmandosi con gli pseudonimi di Currer, Ellis e Acton Bell; l’anno seguente Charlotte pubblicò Jane Eyre. Tra il 1848 e il 1849 la scrittrice dovette affrontare la morte delle sorelle e del fratello; pertanto, per lenire il dolore provocato dai lutti familiari, la Brontë cominciò a frequentare la società londinese, stringendo amicizia con celebri scrittori come William Thackeray ed Elisabeth Gaskell. Nel 1849 pubblicò il romanzo Shirley, mentre nel 1853 uscì Villette.

Nel 1854, dopo aver rifiutato molte proposte di matrimonio, Charlotte si sposò con il Reverendo Arthur Bell Nicholl, nonostante le opposizioni del padre. Tuttavia, la serenità e la gioia conquistate con il matrimonio durarono breve tempo poiché, in seguito alle complicanze di un parto, la scrittrice morì nel 1855. In seguito, l’amica Elisabeth Gaskell pubblicò una biografia della scrittrice, in omaggio alla Brontë.

La vita e le opere di Charlotte Brontë esprimono tutta la contraddittorietà di un’ epoca scissa tra la moralità imposta dalla società vittoriana e le spinte irrazionali che si stavano affacciando con il Romanticismo. Fin dall’infanzia, Charlotte intese la scrittura come un mezzo per lenire la sofferenza dei lutti familiari, uno svago ai rigidi dettami inculcati dal padre e dall’istituto di Cowan Bridge. Nei suoi romanzi le eroine esprimono ciascuna un tratto della sua personalità; infatti, con Jane, Caroline e Lucy  viene portata alla ribalta una nuova figura di donna, indipendente e virtuosa, provvista della volontà di affermarsi ricorrendo alla propria intelligenza e alla propria cultura. E proprio il bisogno di acquistare un’indipendenza sia in termini culturali che economici caratterizza queste eroine, spesso governanti o istitutrici, come lo fu la Brontë stessa. Tuttavia, a temperare questa spinta all’autoaffermazione si affaccia il bisogno di  una figura paterna e autoritaria, in grado di guidare le scelte dell’eroina; questo elemento riflette chiaramente il rapporto contraddittorio che la scrittrice ebbe sempre con il padre. Charlotte Brontë riuscì quindi a costruire grandi figure femminili, assurte a simbolo della problematicità e del rovello di un’epoca.