-Amici miei fate la carità, fate la carità a un povero vecchio.
-Mi spiace, ma non abbiamo simili costumi, se vuoi mangiare, te lo dovrai sudare.
-Morirò, morirò se non mi aiutate!
-Effettivamente sei male in arnese, nondimeno dovrai offrirci qualcosa in cambio, ne va del nostro onore!
-Guardatemi, orsù guardatemi, non mi reggo in piedi, sono anziano, ho fame e sono pure forestiero!
-Sapessi quanti ne passano di qua che dicono le stesse cose. Dovessimo aiutarli tutti, saremmo presto ridotti alla miseria.
-Ne convengo, ma ditemi, posso mai lavorare in queste condizioni? Giusto la voce mi è rimasta, e anche quella, a breve, sarà perduta insieme a tutto il resto, se non mi soccorrete!
-Hm, hai detto d’essere straniero e a quanto pare ancora in grado di parlare, facciamo, dunque, che ci racconti una storia. Alla tua età ne avrai viste tante, se sarà bella, avrai il tuo premio!
-Mi sembra giusto, disponetevi quindi accanto a me, ché il fiato è corto.
C’era una volta un lupo e una pecorella…
-No, no, è vecchia, la sappiamo!
-Aspettate, amici miei cortesi, aspettate, che questa è una fiaba con tanto di sorpresa!
-Non ci interessa, non a tutti almeno, e noi siamo fatti così, o ci piace per intero o non se ne fa più niente!
-Carissimi, siete giovani e pure forti e certamente avrete un cuore, sareste così spietati da lasciare che io perisca?
-Sei abile, straniero, ci hai preso per l’onore. Va bene, facciamo in questo modo, lascia che i più insofferenti se ne vadano, chi resterà lo farà a suo rischio.
-E’ una soluzione che mi piace, il respiro mi si assottiglia viepiù che il tempo passa, meno sarete e più sarà facile l’ascolto. Ecco, così, lasciate che i compagni vostri prendano la via e avvicinatevi, che sentirete meglio.
-Prosegui dunque, ma bada bene che ogni pazienza ha un limite.
-Orbene, dicevamo,
C’era una volta un lupo e una pecorella che pascolavano insieme in una valle…
-Non va, non va, ci sembra un’idiozia! Un lupo e una pecorella che si spartivano lo stesso cibo, di che vai cianciando vecchio, è fuori luogo!
-Ma questa è una fiaba e in ciascuna il mondo si sovverte, lo sapete. Mostrate che accanto al cuore possedete anche un cervello! E poi, al patto stipulato io faccio appello, lasciate che i più curiosi restino, gli altri, nessuno li trattiene! Su, su, venite avanti deliziosi amici, che il racconto mio prosegue.
-Sii breve però, che il tempo che ti accordiamo scema ogni momento.
–E più il tempo passava più la loro amicizia, si accresceva…
-Ma senti questo! Due animali per natura avversi che divengono sodali. È davvero una storia senza senso, noi ce ne andiamo!
-Uffa che noia! Mi chiedete una favola e poi state qui a puntualizzare. Lo so da me che tutto questo appare strano, ma, diamine, provate un po’ a sognare! Assieme al cuore e al cervello, usate un po’ di fantasia. Sempre che ne abbiate!
-Vecchio, la misura è colma, come vedi, ti lasciamo solo!
-Avete parlato troppo in fretta cari miei, saranno i miei occhi stanchi, o ne è rimasto uno?
-Ti ho seguito fin qui, straniero e ora anelo di sapere il resto della storia.
-Vieni più avanti, amico mio dolcissimo, che ormai, dopo tutte queste discussioni, la mia voce è sottilissima, udrai meglio.
Passarono così i giorni e poi le settimane infine i mesi e perfino gli anni tra giochi, lunghe camminate e grandi abbuffate di freschi e teneri germogli. Ma poi, a forza di brucarla, l’erba della valle finì tutta, e i due cominciarono a patire una gran fame…
-E’ una storia triste, infine, non so se mi piace.
-Per esser triste è triste, ma lascia che vada avanti. Hai mostrato cuore, cervello e fantasia, armati ora di curiosità, ricordati della sorpresa che ho promesso innanzi a tutto.
-Brucio dal desiderio di sapere, mio istrione, procedi pure.
-Grazie, ma appropinquati, affinché io ti possa toccare e trasmettere, attraverso il tocco, tutta l’emozione che mi pervade. Così, bravo, e ora continuiamo.
L’inedia li spossò entrambi, ma la prima a soccombere fu la pecorella che, si sa, è fragile e delicata per definizione. Il lupo, lì per lì, ristette, la vegliò, sperando, chissà, che si svegliasse…
-Un lupo che veglia la pecorella morta! Ci ho ripensato, non è una storia triste, è scema! Mangiarne la carcassa, ecco cosa doveva fare, sarebbe vissuto ancora un poco, e magari…
-Che orrore! E comunque non l’ho detto, non ho mai detto che il lupo è morto! Cuore, cervello, fantasia, curiosità, ora ti manca la pazienza, aspetta.
E la vegliò per qualche tempo ancora, finché la carogna dell’amica non si consumò, lasciandone solo il vello, che, spinto dall’affetto, e forse anche dal freddo che ormai lo penetrava, indossò. La fame, a questo punto, però, era talmente tanta che si decise ad abbandonare la valle, divenuta ormai deserta…
-E poi? Mica può finire così!
-Infatti
Il lupo si trovò così a vagabondare per terre per lui davvero strane dove l’erba era indigesta e i suoi simili, addirittura, mangiavano le pecorelle. E lui di certo non poteva, troppo forte era il ricordo dell’amica. E poi quella pelliccia che portava sulla schiena sembrava prender vita ogni volta che si lasciava indurre in tentazione. Si risolse, quindi a razziar altro…
-E finalmente! Un lupo che si fa fiera e ghermisce, azzanna e poi divora!
-E non sai quanto, amico mio.
-Cosa vuoi dire?
-Fa che io finisca e tutto ti sarà più chiaro.
Il nostro scoprì, infatti, che il pelo addizionale, oltre che a riscaldarlo, gli era d’aiuto anche nel predare. Lo nascondeva, infatti, fino a che era troppo tardi per sottrarsi ai suoi attacchi micidiali. Grazie a tale inganno sopravvisse a lungo, anche quando non aveva più né lo scatto né la potenza. E tuttora, anche se vecchio e stanco ancora caccia, e con gran profitto.
–Hm, mi sfugge la morale, e poi, hai omesso la sorpresa!
-Tu mi deludi! Cuore, cervello, fantasia, pazienza anche, ma come vedo ti deficita l’arguzia. Va bene, sono stanco e ormai mi manca l’aria, se ti avvicini, te le confiderò all’orecchio. Ecco, ancora un po’, squisito amico.
-Dio, mio mentore, il tuo fiato è pestilenziale e il tuo mantello puzza di caprone!
-Sarà per quello che ho mangiato l’ultima volta e poi, sorpresa, questo non è caprone ma pecorella!