Il compito che ha il nuovo Papa, Jorge Mario Bergoglio, non è proprio quello dei più semplici: restituire una nuova immagine alla Chiesa. Un’immagine che col passare del tempo si sta indebolendo e che è stata anche scossa dagli ultimi scandali di qualche settimana fa. I primi passi sembrano quelli giusti: rinunciare alla croce d’oro dei Papi, rinunciare alla mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino, uscire tra la folla domenica scorsa dopo l’omelia, dà indubbiamente un messaggio di austerità e di vicinanza al popolo dei fedeli. Anche la dichiarazione che ha esternato Bergoglio riferendosi alla Chiesa che rischia di diventare “Soltanto una Ong, un’organizzazione non governativa pietosa qualsiasi, dedita all’assistenza e alla carità”, ha un significato molto forte che sembra voler dare davvero una forte scossa all’Istituzione per fare qualcosa di concreto.
Riguardo la sospettata complicità di Papa Francesco con le violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura argentina negli anni che vanno dal 1976 al 1983, accusa che il giornalista Horacio Verbitsky qualche giorno fa asseriva come vera dicendo di disporre anche di alcuni documenti che testimoniavano ciò, è intervenuto proprio ieri il presidente della Corte Suprema di Giustizia argentina, Ricardo Lorenzetti, che in un’intervista radiofonica ha sottolineato l’innocenza di Bergoglio, trattandosi di “Un uomo che non ha subìto assolutamente nessuna condanna” per quanto concerne appunto i fatti sopra menzionati. Altro compito di Papa Francesco è quello di ridisegnare le gerarchie del Vaticano. Anche in questo caso il Pontefice dovrà circondarsi degli uomini giusti.
Restano però le difficoltà di riavvicinare la Chiesa, intesa come Istituzione intera, alla gente. Oltre gli ultimi scandali, anche determinate esternazioni di uomini di Chiesa riguardo temi come quello dell’omosessualità, quello dei contraccettivi, dell’aborto e dell’eutanasia, hanno fatto sì che la Chiesa rimanesse completamente fuori dalla realtà, quasi come se non volesse andare oltre ad alcune visioni anacronistiche e che poco c’entrano con le parole predicate da Cristo. C’è anche il tema delle cellule staminali che possono rappresentare un vero passo in avanti per le cure di determinate malattie, e mi piacerebbe che la Chiesa capisse davvero cosa significa essere ‘progressisti’. Continuare a fare dichiarazioni di comodo, senza voler nemmeno vedere cosa accade in casa propria, crea una visione distorta della realtà, crea una visione distorta degli stessi fondamenti della religione cristiana. La doppia morale che attanaglia il Vaticano da secoli rende l’Istituzione Chiesa una creatura a sé stante, uno Stato nel vero senso della parola che reprime qualsiasi forma di progresso del popolo italiano.
Il problema non risiede nei dogmi della religione, ma negli uomini che in nome di essa si macchiano di peccati che la stessa religione condanna pesantemente. Il problema risiede negli uomini che incominciano una carriera ecclesiastica non per vocazione. Il punto è proprio questo: gli stessi uomini di Chiesa non devono e non possono assolutamente sentirsi infallibili, non sono detentori di realtà assolute, essi stessi devono ricordarsi che il loro compito è quello di trasmettere i veri fondamenti della religione cristiana, ma soprattutto devono capire che sono dei semplici tramiti attraverso i quali divulgare l’essenza della parola di Cristo.