Non potrei avere –
più gelido inverno.
Vivrò
con la neve
del giardino –
nascosto il pianto
tra l’aorta e il cuore.
E avrò gli occhi
contenti
ma
nude le mani
e l’anima –
tra i denti.
Tutti lo sanno, che il freddo s’insinua ovunque. Scivola viscido sotto le mani, sui polsi e sulle braccia, si allarga sul petto e stringe il cuore in una morsa. Tutti lo sanno, che capita una volta nella vita, che un inverno sia il più freddo di tutti: dove persino la neve cade sul cuore che s’immobilizza e ghiaccia le vene.
Il freddo si porta via tante cose.
Bisogna lottare per far si che non si prenda tutto, che ci lasci con nient’altro che il corpo vuoto.
Si prende anche l’anima, a volte.
Sicché ci si ritrova ad essere un involucro vuoto, pieno solo di vento e ghiaccio.
Sono le parole di Rosa.
Di Rosa Maria Tornù per la precisione, un nome pressoché sconosciuto, che troverete solo in antologie varie e forse sul web, ma che in realtà è il nome di una poetessa che è stata premiata numerose volte per le sue poesie.
Ed è facile capire il perché. Questa poesia mi è caduta addosso una giornata di pioggia, come se fosse venuta da me spontaneamente, per raccontarmi la storia di una donna che ha perso tutto.
Leggete bene, attentamente, ogni verso, con calma e silenzio. Noterete che i versi sono poveri, nessun artificio retorico sottolinea quelle parole: ma ogni virgola e spazio, ogni lettera è posizionata in modo tale da suggerire un’idea di freddo, nel leggere sottovoce questi pochi versi pare che un brivido di freddo scivoli sulla schiena e la sensazione di una perduta speranza riempie il cuore di angoscia.
Viene spontaneo stringersi le braccia al petto, per impedire che quei versi freddi rapiscano anche il nostro, di cuore. Viene spontaneo chiedersi perché, alla fine, si cede al freddo e ci si nasconde tra la neve, perché si lascia che il pianto, con le sue lacrime calde, si nasconda tra il cuore e si ramifichi in ghiaccio tra le vene che lo circondano. Viene spontaneo chiedersi quand’è che ci si accorge di non avere più nulla tra le mani, che si cerca di guardare la vita con simpatia, attraverso gli occhi mascherati di contentezza ma con l’anima che, eccola lì, cerca di scappar via, e restano solo i denti a trattenerla.
Potrebbe bastare un sospiro soltanto allora, l’ultimo, a farla andare via.