Sono nata in uno dei giorni con meno luce dell’anno, nel cuore più profondo della notte. Soffiava una bora fortissima. Bora scura, con neve e con ghiaccio
E’ uscito da poco meno di un mese l’ultimo romanzo di Susanna Tamaro; in questo ultimo lavoro, la scrittrice si racconta a partire dalla sua infanzia e dai suoi rapporti con la famiglia. Una bambina sola che cresce nel dubbio delle sue domande senza risposte tra genitori distanti, troppo perché possa trovare in loro un riscontro o un modello da imitare. Nata di notte a Trieste. mentre tirava una bora nera, quella bora l’ha portata con sé durante gli anni, fino all’età della consapevolezza riversandone un pezzo anche nella sua arte. Un clima gelido fuori così come dentro le mura domestiche: un padre impegnato in una vita di affari dove nella scala delle priorità la famiglia non è di certo al primo posto; Susanna non ha potuto colmare quel vuoto paterno nella figura della madre che anzi, ancor più terribile di un padre poco presente, è l assenza dei sentimenti o meglio l’incapacità di esprimergli a dominare in lei. Alla protagonista è mancata la figura della donna con la quale approcciarsi e dalla quale ricevere coccole prima e consigli poi. Una madre scostante, avvolta nel gelo dei suoi matrimoni, un primo, un secondo addirittura un terzo senza riuscire a dare unità ed equilibrio ai suoi figli.
Incrociare i suoi occhi metteva paura. Se poi era lei a guardarti, ti sentivi morire madre senza empatia, anaffettiva, gelida.
Susanna cresce nel silenzio e nella solitudine in un vuoto incolmabile che avvolge tutte le cose; il suo animo sensibile diventa impenetrabile quando con quel silenzio tanto odiato la ragazzina, poi diventata donna, si costruisce un muro di difesa. L’allontanamento anche di Gianna, la tata, è per la scrittrice un altro mistero senza soluzione. Arriva poi la giovinezza, le prime esperienze, gli amori, le passioni. La protagonista comincia ad avvicinarsi alle scienze naturali, a studiarle, ad appassionarsi, in un lavoro lento e continuo. L’amore per la scrittura, che diventa poi la sua arte, è la rivincita di Susanna: il gelo e la solitudine vengono sostituiti dal calore e dalla stima e il suo animo sensibile ha modo di farsi conoscere abbattendo il muro costruitosi in precedenza. La capacità della Tamaro di riportare fedelmente gli avvenimenti è straordinaria: ricorda tutto, mostra le sue paure e le sue fragilità accompagnandole con particolari squisiti; sembra quasi di sfogliare un album fotografico e di sostare per analizzare scrupolosamente ogni diapositiva. In questo modo la scrittrice del romanzo epistolare “ Va’ dove ti porta il cuore “ ha seguito il suo cuore e ha ritrovato se stessa.