Presentare Jean-Paul Sartre in poche righe è un’impresa praticamente impossibile tanto è complessa la sua personalità e il suo personaggio.
Filosofo, scrittore, intellettuale francese, Sartre venne amato e odiato, esaltato e mal sopportato. I suoi scritti ebbero la forza di provocare i lettori e di dividerli; così come a provocare e a dividere fu il suo stile di vita, contrario al perbenismo borghese imperante in Francia nel periodo tra le due guerre.
J.-P. Sartre nacque a Parigi il 12 giugno 1905, da Jean-Baptiste Sartre, ufficiale di Marina e da Anne-Marie Schweitzer (cugina di Albert Schweitzer). Quindici mesi dopo la sua nascita il padre morì, così la madre decise di andare a vivere a Meudon, a casa dei suoi genitori. Il nonno materno incise profondamente sulla sua formazione umana e la vita provinciale condotta in una città marittima come La Rochelle diede alla sua precoce vocazione letteraria un tono molto concreto. Si laureò nel 1928 alla Normale di Parigi. Durante gli studi universitari conobbe, tra tanti altri intellettuali francesi, anche Simone de Beauvoir, che diventò la compagna della sua vita. Morì a Parigi il 15 aprile 1980.
Sartre è considerato il fondatore dell’esistenzialismo francese, una corrente filosofica nata dalla fenomenologia husserliana e poi sviluppatasi autonomamente. L’essere e il Nulla è l’opera filosofica più importante. Ma la fama a livello nazionale e internazionale la raggiunse con il primo romanzo, La nausea; un romanzo filosofico pubblicato in Francia nel 1938 e in Italia da Giulio Einaudi Editore nel 1947, poi rieditato da Il bosco nel 1958 e definitivamente approdato in prima edizione negli Oscar Mondadori nel 1965. Questo per mostrare come in Italia certi autori e intellettuali di punta vengano scoperti e fatti conoscere al grande pubblico molti anni dopo, segno questo di un ritardo culturale che ci affligge tutt’oggi.
Nel 1945 fondò con Simone de Beauvoir, la rivista Les Temps modernes, una rivista politica, letteraria e filosofica, alla quale parteciparono importanti intellettuali dell’epoca come : Raymond Aron, Maurice Merleau-Ponty, André Malraux, Albert Camus, Michel Leiris e altri, nonché Sartre e De Beauvoir.
Sartre simpatizzò con il Partito Comunista Francese, ma scelse di mantenere il proprio impegno politico nell’ambito nella “letteratura”. La rivista Les Temps modernes ne fu lo strumento principale, ma dobbiamo anche ricordare l’opera filosofico-sociale, redatta tra gli anni 1958-1962 e rimasta incompiuta, pubblica in Italia da Christian Marinotti Edizioni nel 2006, dal titolo Critica della Ragione dialettica. II. L’intelligibilità della Storia.
La filosofia sartriana considera l’essere umano come esistente che scegliere di essere ciò che vuole essere portando su di sé la piena responsabilità di ciò che sceglie. Nel resoconto stenografico di una conferenza che tenne a Parigi il 29 ottobre 1945, poi raccolto in un volumetto dal titolo L’esistenzialismo è un umanesimo così Sarte si era espresso: “Ma, se veramente l’esistenza precede l’essenza, l’uomo è responsabile di quello che è. Così il primo passo dell’esistenzialismo è di mettere ogni uomo in possesso di quello che egli è e di far cadere su di lui la responsabilità totale della sua esistenza. (…) Quando diciamo che l’uomo si sceglie, intendiamo che ciascuno di noi si sceglie, ma con questo, vogliamo anche dire che ciascuno di noi scegliendosi, sceglie per tutti gli uomini. Infatti, non c’è un solo dei nostri atti che, creando l’uomo che vogliamo essere, non crei nello stesso tempo una immagine dell’uomo quale noi giudichiamo debba essere”.
Ma di Jean-Paul Sartre possiamo conoscere non solo il suo pensiero attraverso le opere filosofiche, i romanzi e le opere teatrali, ma anche la sua stessa personalità attraverso due autobiografie, nonché attraverso gli scritti autobiografici di Simone de Beauvoir. Il primo di questi scritti autobiografici ha come titolo Le parole. Parole che il piccolo Jean-Paul ricevette nell’entourage familiare femminile che lo adulava, parole severe e virili del nonno, parole dolci e inconsciamente seducenti della madre e infine parole lette nei libri. Il secondo testo autobiografico è Autoritratto a settant’anni, una raccolta di due interviste fatte a Sartre, una da Michel Contat, l’altra, più breve, da Simone de Beauvoir.
Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, ma egli lo respinse. Con questo atto attirò su di sé le critiche di molta parte dell’establishment intellettuale dell’epoca. La motivazione principale che lo portò a rifiutare un premio così prestigioso fu, ancora una volta, un principio di libertà, poiché, come lui stesso disse, “un intellettuale deve poter essere libero di cambiare il proprio pensiero in corso d’opera”. Mai avrebbe potuto accettare che Sartre venisse consacrato prima della sua morte. I testi, in lingua originale, su questo tema li trovate qui.