Per noi divoratori di libri il salto dalla letteratura al cinema è davvero breve.
Siamo tutti un po’ come il roditore di Sam Savage, “Firmino”, in una costante altalena tra le pagine di un libro e la poltrona di un cinema. Il cinema ci piace, ci incuriosisce e, diciamolo ci fa sentire sempre un po’ critici.
“Mi è piaciuto tantissimo …” – “ Ma che dici? Non ha rispettato per niente la trama del libro! Perché IO ho letto il libro!”. Ammettiamolo, ci sentiamo grandi intenditori se capita di imbatterci in discussioni come queste uscendo dal cinema.
Il cinema sarà anche la più grande innovazione del primo ‘900 ma deve parte della sua fortuna alla letteratura. I fratelli Lumière divennero famosi per il loro cinématographe e la proiezione del treno in arrivo alla stazione di La Ciotat. Il cinema era un campo inesplorato e vergine, e con Georges Méliès viene arricchito della componente narrativa, raccontare storie con immagini in movimento fu la grande novità dei primi del Novecento.
Il cinema era una scatola vuota con la necessità e la voglia di raccontare, la letteratura aveva secoli di tradizioni racchiusi nell’inchiostro di infinite pagine.
Arriva dunque un momento in cui cinema e letteratura si uniscono, senza mai fondersi, mai, e questo ovviamente per la loro diversa natura espositiva.
Oggi il cinema copre un mercato vastissimo e le sale cinematografiche offrono molti servizi, oltre a quello di proiezione. Il “grande schermo” è un veicolo culturale di primaria importanza per il mondo in cui viviamo, perché se c’è chi rinuncerebbe ancora ad un buon libro, nessuno declinerebbe l’invito ad un bel film, legato com’è all’idea di diletto e svago.
Purtroppo però anche questa situazione sembra in fase di cambiamento. Oggi il cinema, per quanto riguarda l’Italia (ma non solo), sta subendo una discreta battuta d’arresto per cause e motivi che si intrecciano in un circolo vizioso.
I dati di CineTel, una società che cura le informazioni riguardo la raccolta di incassi su un campione di sale, sono particolarmente negativi per quanto riguarda i risultati del gennaio 2013. Questo mese riporta i danni che ha causato il 2012 appena concluso, per esempio l’aumento delle tasse e del costo della vita, l’IMU, la disoccupazione, per non parlare della pirateria, ostacolo apparentemente insormontabile. Le tasche degli italiani sono sempre più vuote e secondo CineTel, il gennaio 2013 si chiude con una vendita totale di biglietti inferiore del 23% rispetto al gennaio 2012, ed è il più basso degli ultimi cinque anni. Leggendo i dati riguardanti gli incassi notiamo che sono inferiori del 24% rispetto al gennaio 2012 e del 47% rispetto a quello del 2011.
Il dato più desolante resta però quello che riguarda il cinema italiano, già in forte crisi, infatti le pellicole di casa nostra scendono da una quota di biglietti venduti del 48% al 34%, mentre il cinema americano raggiunge quella del 58%.
Senza azzardare giudizi critici su quello che è oggi il cinema italiano, mi permetto di affermare che questo si impegna a raggiungere il riconoscimento internazionale solo in rare occasioni, dedicandosi troppo spesso a rimescolare elementi scontati e lungamente sperimentati. Ma esistono sempre le eccezioni alla regola, e la nostra, per quanto riguarda gennaio 2013, è “La Migliore Offerta” di Giuseppe Tornatore, un film elaborato e scorrevole, capace di incollare lo spettatore allo schermo per tutta la durata dei suoi 124 minuti.
Sebbene siano avvenuti grossi cambiamenti nel mondo cinematografico negli ultimi decenni, sia in ricchezza che in povertà, il matrimonio tra cinema e letteratura si è rafforzato ancora di più. Gli ultimi anni ci hanno abituato a vedere finalmente realizzati su pellicola storie e racconti che risiedevano solo nella nostra immaginazione. Il mercato cinematografico ha capito quanto quello letterario possa essergli utile, è sufficiente fare riferimento alle saghe di Twilight e Harry Potter, che hanno realizzato incassi da record proprio per l’esistenza di un enorme numero di affezionati alla saga letteraria.
Alcuni film in uscita o già in proiezione che presentano grandi successi letterari sono per esempio “Les Misérables”, un film di Tom Hooper che riprende magistralmente il grande romanzo del 1862 di Victor Hugo, il quale narra le vicende di diversi personaggi della società più bassa di una Parigi dopo la Restaurazione.
Uscito nelle sale solo due giorni fa, il film con Fabio Volo nei panni di un cinico avvocato che investe la sua esistenza solo nel lavoro, fino a quando una donna non sconvolge la sua routine. Questo è “Studio Illegale” il caso editoriale del 2009 di Duchesne portato sul grande schermo da Umberto Carteni. Un altro esempio recente di letteratura al cinema è quello proposto dai fratelli Wachowsky, i creatori di Matrix, che sviluppano il pluripremiato romanzo “L’Atlante delle Nuvole” di David Mitchell, e ci portano a seguire diverse storie in sei diverse epoche, tutto normale se non fosse che le storie sembrano legarsi le une alle altre nonostante la distanza temporale. Infine il 28 febbraio è in uscita “Educazione Siberiana”, un film del premio Oscar Gabriele Salvatores tratto dall’omonimo romanzo di Nicolai Lilin: una storia dura in cui il giovane Kolima viene cresciuto dal nonno seguendo i rigidi principi di un codice non scritto che insegna la rapina, il furto e l’uso delle armi e non perdona lo stupro e qualsiasi altra violenza sui più deboli.
Il dialogo tra letteratura e cinema invita nel caso della lettura del romanzo a guardare il film , nel caso della visione del film a comprare il libro, ogni combinazione stimola la ricerca delle differenze e sviluppa spunti interessanti di conversazione. Perciò leggete più libri che potete prima che possiate ritrovarli in proiezione al cinema, non sarebbe bello sentirsi dire “ Ma che dici? Non ha rispettato per niente la trama del libro! Perché IO ho letto il libro!”.