L’ultimo anno alla finestra, non lo sento tra la connessione atonica (senza fili), e il ricordo dell’ultima neve del mattino:
Il bilanciamento sproporzionato del mattino nell’orgasmo sudamericano al piano inferiore: totalmente impaziente il Cristo-suburbano solleva acque da minestra dal midollo osseo e s’arresta nel bussare della coscienza, da un illuminato istinto russelliano!
Ancora una schiuma nera per oltraggiare lo sputo sul comodino, eppoi consultare la mia chiromante: “d’essa l’insegna mi evocò l’ultimo saluto a lutto del piatto alla tovaglia della colazione”.
Giovani cowboys si sfondano culi sognati e le lenzuola all’aria dimostrano di come i liquidi dell’uomo possano non occultarsi per li tempo; il sole disvela il sesso onirico, il sesso onirico ha la notte del tutto.
A 300 metri Gysin mastica tabacco osando lanci di bisturi al disco di un Apollo con la prostrata in fiamme.
“Mà, si dondola e si arresta e riprende ed accelera e rotea su sedie della Lousiana e spegne roghi minuscoli nella tane dell’infante ricordo e versa litri di acqua di Lourdes sul ginocchio di un santo abbronzato e spegne i bypass degli uomini-sole nel becco di un condor affamato della sua carne e muore rinascendo camminando, campando mentre il suono d’emergenza dell’ospedale conduce al Comune Della Vita-Morte… Drive-in, mà un film dove il gas urli non ammorbando i nuovi nati e dove le unghie sono sane anche spremendo limoni all’interno di ferite a bollicine.”
Dalla tapparella la strada vede deserti, presto nati, nati troppo presto.
Presto.
Impetro la vigilia della tenebra, ma il Natale del crepuscolo deve, oltre ogni attesa, spartire musicamente un buon pomeriggio.
La casa è spenta. Lo so.
L’insonnia del quartiere è disegnata da River Phoenix sotto mio artistico patto con i demoni, sempre casa-spenta…
Che sia tutto chimericamente decorativo?
Eppure nell’arrembaggio drakiano della falsa intempesta nox sento ancora il mio “iaceo in moerore” suburbano, che è ancora labbatiano; s’è fottuto, s’è “mattinizzato”, peggio non si è fatto ascoltare come un estraneo che chiede la tua mano.
S’è accordato con l’affanno di una congiunzione stagionale, di pianerottoli, di vicinati sereni perché contigui.
La casa è spenta.
Que hora es, mañana ?