All’inizio ti prende per il ritmo, sincopato come lo schiocco di dita che segnano il tempo. E pensi, e ti dici che è un giallo niente male, che narra di un uomo misterioso, chiamato convenzionalmente “L’uomo di Primrose Lane” che indossa perennemente dei guanti e che viene ritrovato morto, con le dita mozzate e triturate nel mixer, e di un altro, un giornalista e scrittore di true crime, rimasto vedovo dopo il suicidio della moglie, e solo a crescere il figlioletto, che decide di risolvere il mistero di quell’uccisione e dell’identità dell’uomo. Un protagonista perversamente affascinante, devastato dalla perdita della compagna, con i sensi attutiti dall’assunzione di psicofarmaci, inizialmente desideroso solo di ritirarsi dal mondo, poi sempre più intrigato dalla voglia di risolvere il caso. Ed a un certo punto il giallo diventa nero, la coloritura di quell’indagine è resa più intensa dalle memorie di sequestri e violenze efferate, che s’intrecciano col destino tragico della sua compagna, che aveva convissuto col dramma del rapimento della sorella gemella, avvenuto sotto i suoi occhi, quando erano ancora bambine.
E mentre il giallo ed il nero si avvicendano sotto i nostri occhi, e già la mente fatica a comprendere i tanti snodi narrativi della vicenda, in cui David Neff, questo il nome del giornalista, si trova al centro dell’indagine più recente, ma anche attore in un’altra indagine di qualche anno addietro, che lo aveva portato al successo del suo primo libro, ecco che la storia vira sul genere fantascientifico e si propone nella veste inaspettata di strani viaggi temporali e di universi di possibilità che si moltiplicano, estendendo all’infinito le probabilità di modificare ciò che è già accaduto, in una sequela vertiginosa di colpi di scena che interessano certo, che intrigano, perché no, ma altrettanto fortemente regalano perplessità. E che dire dell’horror, che fa capolino qua e là come a voler essere della partita, sebbene con una certa discrezione?
“L’uomo di Primrose Lane” è, al fondo della trama complessa ed articolata, il racconto di un’ossessione, del tentativo di trovare risposte alle proprie domande, di soddisfare un bisogno intimo di soluzione, come a voler dare un ordine al mondo laddove l’operazione riguarda una materia incandescente ed imprevedibilmente variabile, come è la vita.
L’autore, James Renner, omaggia con la sua opera prima il pantagruelico Stephen King, porta nel racconto le passioni mai sopite di un nerd e ci regala un tentativo di contaminazione di generi, forse non perfettamente riuscito, ma sicuramente moderno, cinematografico, coinvolgente.