È un periodo particolare per l’Italia, questo, un periodo difficile: la nostra democrazia, tutto sommato giovane, è messa a dura prova da una persistente fase di crisi economica, sociale e politica. La società come la conosciamo appare a rischio: insieme ad essa, le certezze di chi in questa democrazia è cresciuto dandola per scontata paiono scricchiolare e si avverte -si teme- un cambiamento che pare prossimo.
Ma dove tenderebbe un cambiamento così radicale, qualora ci fosse? Cosa accadrebbe se, approfittando delle incertezze, si imponesse un solo partito, eliminando le opposizioni, e se questo partito stipulasse con gli italiani un contratto in cui promette il bene più desiderato in assoluto? Insomma, siamo sicuri che dietro l’angolo delle prossime elezioni non ci aspetti il Partito della Felicità?
In questa sorta di catastrofismo illuminato, ipotizzando uno scenario che assume l’aspetto di un mondo noto, si ambienta Sinistri, romanzo di Tersite Rossi.
È l’Italia del 2023, familiare e diversa insieme: non circoleranno astronavi in questo futuro anteriore, non avremo stabilito contatti con altre civiltà. Semplicemente c’è stata/ci sarà una svolta politica, un partito unico, un’imposizione della pace a tutti i costi. I bisogni più basilari sono saziati da facili acquisti di sesso, di droghe sintetiche, di un nuovo aspetto attraverso la chirurgia. Tutto è apparenza, illusione: la pace, la felicità, l’ordine. In realtà la resistenza, per nostra fortuna, non è stata completamente debellata dai metodi cruenti usati dal regime (diamine, l’ho detto… siamo di nuovo sotto un regime. O lo siamo sempre stati e non ce ne siamo accorti?).
Sul tavolo di Egidio Servillo, capo della Polizia, c’è un plico, ora, che testimonia la resurrezione di un gruppo terroristico che si credeva annientato: una serie di dieci racconti –intitolati Sinistri- dipingono il ritratto sconsolato di un secolo di vita italiana, racconti amari di rivolte, ingiustizie e trame, di profonde divisioni e sconfitte ridicole. Contro la sua stessa volontà, Servillo si lascia sedurre dal contenuto dei racconti, ripercorrendo negli scritti e nelle schede informative del dossier sul Movimento Antieroico, la storia di un gruppo di illusi che hanno tentato vanamente di sovvertire il potere, guidati da un capo rimasto a tutti sconosciuto. Alla fine di quella lunga notte, mentre si prepara un attentato che potrebbe riscattare il Paese tutto dalla servitù mentale nella quale è prostrato, Servillo scoprirà a proprie spese cosa significhino quei racconti e il motivo per cui sono gli stati inviati.
Non dirò altro della trama di un romanzo intenso e cupo, che alterna il linguaggio giornalistico e burocratico a racconti di diverso stile e spessore, ponendo alternativamente il lettore al tavolo stesso del capo della Polizia che sfoglia carte interrogandosi sul loro senso o catapultandolo all’esterno, in una notte fredda e triste, dove l’antieroe di turno corre deciso incontro alla sua fine, come un uccellino che continui a sbattere contro un vetro che sente come prigione ma non vede. Fino a morirne.
Pubblicato per la E/O nella collezione Sabot/Age, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, Tersite Rossi, pseudonimo significativo (Tersite, l’antieroe omerico per eccellenza) di un collettivo di giovani scrittori, non lascia spazio in questo futuro alla speranza, ma il suo romanzo è un grido d’allarme: i nostri comportamenti, in quanto esseri umani e cittadini, devono cambiare e devono cambiare ora, se non vogliamo consegnarci ad una felicità promessa, illusoria e soporifera.
Pensiamoci, siamo ancora in tempo.