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“La felicità domestica” di Tolstoj, alla luce dell’esperienza di Christopher McCandless

Nel 2007 Sean Penn ha portato sui grandi schermi uno dei film più emozionanti degli ultimi anni: “Into the wild” – nelle terre selvagge”, bastato sul romanzo di Krakauer “Nelle terre estreme”, pubblicato negli Stati Uniti nel 1996.

Protagonista (di una storia vera) è Christopher McCandless, giovane di famiglia agiata -proveniente dall’ovest della Virginia- che dopo aver conseguito la laurea, decide di abbandonare la sua terra, la sua famiglia e tutto ciò che gli era appartenuto fino a quel momento per intraprendere un viaggio alla scoperta della Natura e della vera essenza delle cose.

La società consumistica e capitalistica, secondo Chris, è un inferno in terra, un organismo malato da cui allontanarsi per ritrovare un rapporto con il mondo, con l’anima, con la sostanza. Ecco, quindi, che il giovane decide di dirigersi in Alaska; sulla sua strada incontrerà i personaggi più vari, assorbendo le esperienze e la verità che ogni essere umano racchiude nei suoi giorni e sulla sua pelle. In Alaska la natura è incontaminata; tutto sembra pervaso da uno stato di pace e di quiete, l’armonia è la parola chiave di questo sconfinato deserto. Accompagnato dai suoi libri (Tolstoj, London, Thoreau), dalla sua penna e avendo come rifugio un vecchio autobus abbandonato (da lui rinominato Magic Bus), Chris riesce a sopravvivere per qualche tempo cacciando, nutrendosi di piante selvatiche, riso e utilizzando semplici oggetti di campo.

Tuttavia l’avventura del ragazzo non è destinata al lieto fine.

Nel film, Chris legge un brano tratto da “La felicità domestica” di Tolstoj; il libro, scritto nel 1859, affronta il problema dei difficili equilibri di coppia. Un argomento caro allo scrittore, che tornerà successivamente nei suoi romanzi più famosi: una libro che non può mancare per gli amanti di Anna Karenina.

Il brano recita così:

Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?

Ecco forse la consapevolezza tarda cui giunge Chris: la felicità è nulla se non si ha nessuno con cui condividerla (Happiness only real when shared). Per quanto turbolenti possano essere i rapporti tra esseri umani, è solo in essi che si può sperare di raggiungere un qualche senso dell’esistenza. L’individualismo è sterile, non porta a nulla: è nella parola “insieme” che si racchiude il germe di ogni esperienza, di ogni scoperta. La gioia sta nel dare, nel condividere; si trova negli abbracci, nelle mani tese, nei baci, nei sorrisi donati.

Nota bene: oltre al film e al romanzo di Krakauer (Alexander Supertramp- Chris McCandless: Nelle Terre Estreme ), merita attenzione la colonna sonora, composta da musiche e canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam.