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Senza via di fuga

Photo by nerdontheinside

Mi mettevo sempre lì: dietro il lunotto posteriore della cabina di comando. Mi mettevo lì per osservare i suoi pensieri e tutte quelle manopole.

Io non avrei mai potuto fare quel mestiere, non avrei mai potuto condurre un treno. Non che fosse troppo difficile; no, non lo credevo. Un buon manuale e qualche giusta dritta mi sarebbero bastati – pensavo.

Ciò che non avrei mai potuto imparare, invece, sarebbe stata la strada. Una strada dritta, senza via di scampo, senza alternativa. Portare avanti un treno, sottoterra, con la costante compagnia di un’unica certezza: l’assenza di scelta.

Non è questione di claustrofobia, di alienazione o che dir si voglia; e nemmeno il timore di qualche errore fatale, nossignore. Studierei bene il mio lavoro e imparerei a non volere. Sì, perché quando sei lì a guidare nonsoquante carrozze motorizzate, di certo non puoi prenderti l’ardire di decidere alcunché. Qui si scende, qui si riparte. Al massimo si può dare una strizzata al motore e accelerare, suppongo.

Ma è la strada dritta davanti a me a spaventarmi più di tutto. La strada che non deraglia, che non cambia e non mi affronta. Resta lì, immobile ad attendere. Ed io già so che mi perderò.