Una collana dal nome duplice, Sabot/Age, che rivela da subito la volontà di non lasciarsi rinchiudere in uno schema: Età del Sabot, lo zoccolo di legno usato dagli operai per bloccare le macchine quando erano esausti, e Sabotaggio. In entrambi i casi manifesta l’intenzione di porsi contro i meccanismi sociali fin troppo oleati, contro le menzogne consolatorie, contro le storie raccontate come vogliono farci credere. Una collana che è anche un richiamo sociale e una denuncia, che dà la voce alle storie negate e agli eroi perdenti, agli antieroi. Chiediamo a Massimo Carlotto, curatore di questa collana di E/O insieme alla moglie Colomba Rossi, di parlarcene.
Nasci scrittore per narrare una storia –che è la tua- nel romanzo Il fuggiasco. Quanto e in cosa ti riconosci nei giovani scrittori che accogli nella collana Sabot/Age?
Trovo sempre bello e quasi commovente il coraggio degli esordienti. Mi riconosco nella difficoltà di avvicinarsi a un mondo complesso come quello dell’editoria. Entro subito in sintonia con gli scrittori che cercano il confronto e non perdono di vista l’importanza dei rapporti tra le persone, che non sono mai scontati.
Ho sentito molto parlare di questo progetto come di una collana di noir: in realtà Non passare per il sangue, di Eduardo Savarese, tratta più di amore, seppur toccando un tema delicato come l’omosessualità nell’esercito. Sinistri, del collettivo di scrittura Tersite Rossi, è invece un vero romanzo di fantapolitica, che parte tuttavia da una critica sociale e politica molto contemporanea. Come definire quindi –se proprio una definizione si dovesse dare- la collana?
Noi la chiamiamo “collezione” perché il dorso dei volumi è numerato, ma soprattutto per la speranza che i nostri lettori si affezionino al punto da non potersene privare. Sabot/Age non è una collana di genere ma di contenuti. A noi interessa narrare il reale, il presente e le sue trasformazioni attraverso storie negate, esperienze personali, inchieste… ma, a differenza di un tempo, non crediamo più che il noir sia l’unico strumento per narrare la realtà che ci circonda. Con Sabot/Age abbiamo iniziato a esplorare nuovi territori narrativi e intendiamo proseguire su questa strada. Interessante il numero davvero notevole di manoscritti “dedicati” alla collana.
Attingi sempre nei tuoi libri dalla realtà, spesso una realtà torbida e di sottobosco; ti documenti -lo hai dichiarato spesso- attraverso atti giudiziari o indagini personali. Tuttavia, quando si affonda la penna nella realtà, le polemiche sono inevitabili (per esempio, quando hai pubblicato Il maestro di nodi mi è capitato di leggere polemiche di vario genere con il mondo del sadomaso). Pensi che possa toccare la stessa sorte al libro di Piergiorgio Pulixi, Una brutta storia, dove la polizia di stato mostra tutti i suoi lati peggiori, le sue devianze e le sue debolezze?
I miei romanzi hanno sempre scatenato polemiche. Addirittura un arcivescovo si è preso il disturbo di rampognarmi sulla stampa. A Pulixi fortunatamente non è toccata e non toccherà questa sorte. Purtroppo la corruzione nelle forze di polizia è un fenomeno mondiale, e film e serie televisive straniere hanno sdoganato il fenomeno da tempo. E comunque l’autore è stato chiaro fin dall’inizio nel distinguere fenomeno e maggioranza di onesti.
In Un brutta storia, come in Sinistri, aleggia un senso di alienazione diffusa, un’atmosfera pesante dal punto di vista sociale ed i protagonisti sono degli antieroi: ma mentre nel secondo è facile scoprire quale siano gli antieroi dal destino segnato, perché sono tutti dalla stessa “parte”, nel primo si contendono il titolo -oltre ai coprotagonisti- due personaggi antagonisti entrambi perdenti, entrambi negativi per diverse ragioni. La frontiera tra bene e male ne risulta indebolita fino ad essere quasi dissolta: è un quadro realistico della società contemporanea?
Noi crediamo di sì. La distinzione netta tra bianco e nero, tra bene e male appartengono a una letteratura consolatoria che non riflette i tempi che viviamo. D’altronde il tipo di storie che raccontiamo sono necessariamente caratterizzate da contraddizioni evidenti, se non da denunce vere e proprie. Il lato oscuro è necessariamente privilegiato dai nostri autori.
Ultima domanda, particolarmente temeraria: quale tra i libri di Sabot/Age mi consigli di leggere adesso?
Undercover di Roberto Riccardi è un bel romanzo poliziesco sull’esperienza di agente sotto copertura raccontata da un ufficiale dell’Arma. E di prossima uscita: Trinacria Park del catanese Massimo Maugeri che tratta il tema della menzogna con un’ottica molto lontana dal genere e il pulp di Matteo Strukul: Regina nera.