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L’ultima storia di Shahrazàd

Ogni settimana è sempre molto appagante l’idea di regalare informazioni e notizie interessanti, o almeno così si spera. Purtroppo questa volta è nostro dovere informare i lettori riguardo la prossima chiusura della Biblioteca Shahrazàd di Torino, ma prima di approfondire l’argomento, ritengo importante chiarire cos’è una biblioteca.

Spesso si tende ad accostare l’immagine della biblioteca a quella di un magazzino, che nello specifico raccoglie e conserva “vecchi” libri. Oltre a questa sua fondamentale caratteristica, l’ente biblioteca rappresenta infatti il punto d’incontro tra il libro e il lettore. Questo importante obbiettivo viene spesso dimenticato, permettendo di conseguenza di trascurare l’immagine della biblioteca come nucleo culturale di un centro abitato, che può essere un piccolo paese o il quartiere di una grande città.

La biblioteca dunque favorisce la diffusione della cultura: migliore è la sua gestione, maggiori sono i suoi servizi, più grandi saranno i suoi risultati.

Ora è bene chiarire che esistono diversi tipi di biblioteche, e tra le più importanti citare le biblioteche nazionali, che si occupano di documentare la produzione bibliografica del proprio Paese, acquisendo una copia per ogni libro stampato dalle case editrici. Ci sono poi altri tipi di biblioteche come le pubbliche, le universitarie e le scolastiche, e sono le tipologie che danno un taglio specifico o più personale alla propria raccolta di libri. La Biblioteca Shahrazàd di Torino apre i suoi scaffali agli utenti nel 2007, grazie alla collaborazione del settore Biblioteche Civiche della città di Torino, del settore Rigenerazione Urbana e Integrazione del Comune di Torino. Molte altre associazioni, tra cui un oratorio e una scuola, hanno promosso e aiutato lo sviluppo di questa importante biblioteca torinese. La circolazione di libri messa in atto dalle biblioteche è una reazione tanto spontanea quanto necessaria per l’organizzazione di queste, e questo è avvenuto anche per l’avvio e la gestione della biblioteca Shahrazàd. Nel corso degli anni ha ampliato il suo raggio d’influenza occupandosi di tutto ciò che riguarda la fruizione e l’immagine dei libri sul territorio torinese: ha organizzato presentazioni di libri e racconti per bambini con la presenza degli autori, incontri con giovani scrittori promuovendo nuove penne, dibattiti e proiezione di documentari ( anche nelle scuole), infine aperture straordinarie in occasioni delle feste di quartiere. Insomma la Shahrazàd ha vissuto il suo ruolo con instancabile attività riservando ai propri utenti riviste in varie lingue, internet gratuito e il classico servizio di prestito bibliotecario.

Questa vivacità, come il continuo rinnovamento attraverso l’acquisto di nuovi libri, ha un notevole costo per la biblioteca, che per mancanza di fondi è prossima alla chiusura.

L’insufficienza di fondi è il problema cruciale di moltissimi centri bibliotecari e culturali in tutta Italia e non solo di quella di cui stiamo parlando. È un problema che ha contraddistinto l’organizzazione delle biblioteche sul territorio italiano sin dal suo primo sviluppo, e qui parliamo di un periodo che risale all’Unità d’Italia. Il problema della carenza di fondi destinati alla cultura è ormai antico, però tuttavia esistente. Oggi l’Italia è tra i Paesi che meno investono sullo sviluppo culturale e quindi nell’istruzione. Ciò condanna a una lenta agonia moltissimi progetti che sul nostro territorio nascono, si sviluppano ma che infine non durano se non sostenuti da privati. Basti pensare che nonostante l’Italia abbia due Biblioteche Nazionali ( Roma e Firenze) contro l’unica parigina in Francia, il nostro Paese investe per queste soli 4 milioni di euro l’anno, contro i 180 milioni spesi dalla Francia. In generale per lo sviluppo culturale l’Italia investe 1,8 miliardi di euro annui( su una media europea di 6,65), manca dunque la lungimiranza di mettere a disposizione del popolo un bagaglio librario e culturale che ammuffisce tra gli scaffali delle biblioteche, le quali non sempre sono in grado di fornire servizi realmente efficienti, proprio a causa della carenza di fondi.

Alcune domande sorgono spontanee di fronte alla notizia della chiusura di un progetto, quale è stato la Biblioteca Shahrazàd fino ad oggi: perché in Italia non si riesce a sviluppare un sistema bibliotecario che regga? Quali sono i motivi pratici che hanno portato la biblioteca torinese alla chiusura? Come si poteva evitare questo triste finale? E soprattutto che fine faranno i libri della sua raccolta?

Per il momento la redazione di Letteratu non può far altro che invitarvi a visitare il sito della biblioteca per conoscerla meglio e, perché no, anche sostenerla.

 

 

 

http://www.bibliotecasansalvario.it/