…Riottose le anime di esecutati fremono di libertà e cado avvinto da piante carnivore. Cazzo! Si ricongiunge la labile e disgraziata pulzella alla mia implorazione disdicevole verso il Dio del mattino. Il villaggio e gli infanti indossano ali di angeli con capi chini, un drogato di paradiso invoca Wallace e il suo capo rotea sino alla lapide di lei.
Nella mattina l’amore è un fiore, piuttosto la denudazione della flora stracciata con malevolenza dai sordidi passati sofferenti di un uomo-solo; 63 kg di sole e raggi che essiccano lo strato epidermico.
Brandisco la bottiglia di vetro con succo bianco all’interno?!
Non sono spiato, sono violato.
Sono violato come le finestrelle dell’ anziana reclusa dentro un appartamento glabro, secco, rametti di telegrafo spento, figli tristi di Americhe lontane!!!
Lei e cuori impavidi che progettano danze per eseguire operazioni alla gola: su ancora in fondo, in fondo, fondo, fondo, fondo, fondo.
La puttana si crede innamorata, è solo una sbirciatina aggressiva nel suo bocciolo di VITA, SPESA, SACCHETTI DELLA SPESA e caramelle alla menta.
Cosa blatero!!! Perché accusare di cedevolezza l’atavico sesso quando io stesso, attanagliato dal brusio delle macchine senza tubo di scappamento, esito a fiondarmi nelle anime dei soli…
VENDESI SOLI AL MIGLIOR PERDENTE DI LUNE!
Chi voglio ingannare con smercio di lune.
Chi voglio disattendere, e soprattutto cosa.
Cosa dice la mia bocca? Sopra ogni parametro valutativo di glossa fantasiosa, dico sempre:
“Cosa.”
Cose morte, “cosa” come inizio di una questione, “cosa” dentro altre cose, bresaola come cosa da mangiare, cosa come estasi verso un’altra questio. Cosa si masturba a fare la ragazzetta su quel balconcino da puttanella involpita e infastidita dal tumulto di tumuli politici e bisonti che la sputtanano esclamando: “ Foca fottuta foca senza allibratore”.
Non ha senso; una voce di madre senza respiratore la richiama al focolare estinto, domestico.
La sera non cala, le mutande le cambio tre volte ogni dì, la vasca la prosciugo di imperi di tubature e i pensieri “disappaiono” verso la conduttura d’aerazione.
Sento come si sbriciola l’aria del vicino dormiente, sento buio ottuso nel sonno delle pareti. L’acqua sale, si può inondare un polmone, di liquidi, poi sbofonchi ridendo.
Frego noccioline dal profondo Dio- Molla del materasso, filtra la luce mattiniera contaminata e contattata da giochi di ombre di passi numero 40 del pulitore di scale… Lerce sono lerce! Gliele farei leccare senza fargli dimenticare gli angoli: è la porzione disinibita del marmo, in sostanza accoglie gli scarti delle scarpe del mattino.
Sbircio ai lati della persiana e un coniglio indossa maschere di carote. Pensavo di aver bollito gli ortaggi, invece adesso vestono di carnevale la fame di un leprotto impaurito.
Non si volta, io tremo…