Carcasse fumanti sui campi di sole, migliaia di gole gonfie di parole di dolore, spine nel cuore di quelli che vedon marcire i propri fratelli, popoli usati come merce di scambio: mi oppongo. A patti non scendo con questa realtà e non mi va che ‘Patibolo’ sia il titolo del nuovo capitolo che stiamo per scrivere: forza, capitelo, usiamo più il cuore e un po’ meno le spranghe, perché siam libri di sangue… (Frankie Hi Nrg-Libri di sangue)
Ci siamo quasi, mancano tre giorni e, almeno così dicono, dovremmo scomparire nel nulla. C’è da stare preoccupati insomma, abbiamo altri tre giorni poi seguirà il vuoto. Molti sono realmente preoccupati, timorosi che la propria esistenza possa finire in un attimo. Preoccupati di una fine del mondo che non arriverà, senza pensare invece alla fine dell’umanità a cui pian piano ci stiamo avviando.
Se 28 persone, tra le quali 20 bambini muoiono così facilmente per mano di un ventenne che proprio così facilmente possedeva delle armi, se una bambina di 14 anni, Malala Yousafzai, viene sparata perché ritenuta una nemica per ciò che scrive e per ciò che pensa, se alla prima del film ‘The Dark Knight Rises’ muoiono 12 persone e altre 50 restano ferite, se per incontri di calcio come Tottenham-Lazio accadono aggressioni a sfondo razzistico contro alcuni tifosi della squadra inglese così come il pestaggio nella finale di coppa Sudamericana subìta dai giocatori del team argentino del ‘Tigre’, se in Italia ci sono più di cento donne vittime del cosiddetto ‘Femminicidio’ molte delle quali ammazzate dai propri partner o ex o comunque persone di loro conoscenza, se c’è ancora chi crede alla ‘Guerra Santa’ e in nome del proprio Dio si suicida facendo morire altre vittime innocenti non immaginando che i fondamenti della propria religione predica pace e fratellanza fra i popoli, se un ragazzo innocente muore perché scambiato per un camorrista e finisce sotto i colpi di pistola per un regolamento di conti in cui lui non c’entrava nulla, se infine tra ieri e l’altro ieri sono morte dieci bambine in Afghanistan a causa di una mina anti-uomo e in Siria sono morte 25 persone a causa di un bombardamento su un campo profughi palestinese, dobbiamo avere così tanta paura della fine del mondo o dobbiamo temere su quale direzione sta andando l’essere umano?
La lista di avvenimenti potrebbe continuare: anno dopo anno, nell’ultimo mese si fa sempre la conta dei morti di stragi, attentati e via discorrendo, quasi se ormai fosse diventata un’abitudine assistere durante l’anno ad episodi insani. E quindi così si teme questa fine del mondo… non so sinceramente cosa potrebbe pensare un’entità superiore osservando l’umanità, magari vedendo che un intero pianeta, in ogni suo angolo, è messo in ginocchio dai suoi stessi abitanti e custodi direbbe che tutto sommato ce la meritiamo questa fine del mondo. Non si ha più il minimo rispetto per se stessi e per ciò che ci circonda e tutti i comportamenti, anche i piccoli gesti quotidiani, sembrano governati da un solo fattore comune: la bramosia di potere. Per amore del potere si è disposto a tutto, comandare, sentirsi al di sopra di qualcuno o qualcosa, sembra essere l’obiettivo comune di molti, i quali ormai, hanno perso di vista un vero stile di vita.
Se “Anche i più normali in mezzo ad una folla diventano bestiali” come cantava Gaber, allora forse è arrivato il momento che ci fermiamo un attimo e invece di cadere in preda a inutili isterismi e in ansie totalmente superflue riprendiamo un cammino di esistenza più consono ad un essere umano, tanto, come dice Caparezza, “La fine di Gaia non arriverà”.