Verso la messa di mezzanotte
Natale è un flauto d’alba, un fervore di radici
che in nome tuo sprigionano acuti di ultrasuono.
Anche le stelle ascoltano, gli azzurrognoli soli
in eterno ubriachi di pura solitudine.
Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci
e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:
una voce che smuove e turba anche il cristallo,
il mare, il sasso, il nulla inconsapevole.
Invisibile aria: Tu impregni ciò che vive
e solo vive se di te si impregna.
Tu sei d’ogni radice l’alto mistero in musica
che innerva il tralcio- lazzaro e lo spinge a fiorire.
Non sono una grande fan delle chiese. Ammetto di sbadigliare durante una messa e vorrei sotterrarmi quando arriva quell’imbarazzante momento in cui mi accorgo di essere l’unica a non sapere le preghiere che tutti, in quel momento, stanno recitando. Ho cercato per anni di ricordare il Credo ma a questo punto potrei affermare di non averlo imparato per bene nemmeno al catechismo. Ma c’è un momento preciso dell’anno, uno soltanto, in cui avverto distintamente qual è la magia di cui si impregnano le chiese: Natale. Già il solo fatto che tutte le chiese del mondo aprano le loro porte durante la notte più fredda dell’anno conferisce loro una magia quasi mistica e primitiva. Ma la magia di cui parlo io è quella che si leva dai canti natalizi, quelli che salgono piano, come sussurri che si nascondono tra la folla che scalda un intero edificio, e poi esplodono e salgono davvero fino alle stelle. La messa di Natale è questo: è la magia di un canto eterno, che si ripete da più di duemila anni. Tutte le voci che si levano al cielo quella notte sono per una sola persona. Mi chiedo spesso se sia esistita davvero, se esista davvero. Ma poi non so spiegarmi la magia di quella notte, non può essere solo suggestione.
Forse Maria Luisa Spaziani ha avvertito il mio stesso fascino. La poesia di oggi parla di questo: dell’aria invisibile pregna di fede e preghiera, di una strana gioia, di così antica data che è incomprensibile al nostro cuore artificiale e che tuttavia resta, e si nasconde nelle voci di quella notte, nei canti che arrivano a smuovere persino il mare.
Candidata tre volte al premio Nobel, è una perla della letteratura di cui l’Italia si vanta tanto. Maria Luisa Spaziani ha dietro di sé innumerevoli pubblicazioni e collaborazioni, iniziative e presenza tra i momenti della più alta cultura italiana. Nata nel 1924, a diciannove anni già fondava una rivista. Leggendo la biografia di questa donna viene spontaneo un moto di ammirazione: sin da subito ha cominciato a brillare, a farsi spazio e farsi notare, ad essere al passo con i tempi e con i migliori.