Quando sei in cabina e giochi la schedina ricordati che sei colonna di un sistema (…) scegli attentamente il tuo prossimo problema. (Frankie Hi Nrg-Rap lamento)
Si riparla di politica, si riaffacciano le nuove elezioni del prossimo anno, rivediamo i soliti battibecchi nei salotti tv. Per di più si deve approvare il bilancio annuale, e questo è sempre il problema numero uno. Ormai, indifferentemente dai partiti, sembra che l’unica cosa principale è arrivare a fine anno e far approvare quel dannato bilancio, anche perché se non dovesse essere approvato cade automaticamente il Governo che sta alla guida del Paese. Al di là di programmi, di ideologie, di promesse, di progetti e di quant’altro, si attuano mosse solo per far approvare il bilancio a fine anno. Poi seguirà il discorso del Presidente della Repubblica, ci dirà che dovremo rimboccarci le maniche, che arriveranno tempi migliori. Insomma tutto lascia presagire che ci si allontani ancora di più dal dibattito politico, che si vada a votare per ciò che ci consiglia l’amico che si interessa di politica o per ciò che ci consigliano i nostri genitori. Ma le proprie posizioni dove vanno finire? Ognuno però sente il dovere di lamentarsi.
Servirebbe una nuova ventata di politica genuina basata sul dialogo, sulle idee e sulle riforme. Quest’ultimo punto è fondamentale per la crescita del nostro Paese. Da anni si parla di riforme che in realtà non mirano ai veri problemi del settore che vanno a toccare. Si sottolinea da anni la cosiddetta ‘fuga dei cervelli’ ma non si fa niente per tenerci le nostre eccellenze qui in Italia. Molti si fanno belli promettendo di apportare innovamento alle università italiane, di fare qualcosa per la cultura del Belpaese… invece nessuna novità, le università restano quel che sono, tanta teoria poca pratica, una formazione che non indirizza i giovani nel mondo del lavoro.
Quello del dialogo sembra quasi una causa persa. Da anni ormai sentiamo solo uno scaricabarile di responsabilità dal quale nessuno si salva. I nuovi arrivati se la prendono con quelli del Governo precedente per la situazione disastrosa che hanno lasciato e così via. Per i programmi, per i discorsi, quelli seri, non c’è più spazio, c’è solo la voglia di rispondere alle provocazioni lanciate. Inutile stare a parlare degli scandali, si tenta di scavare nella vita di ognuno per far emergere un’altra apoteosi. Nel momento in cui nascono gli scandali, si solleva il classico polverone, la gente si indigna, si trova un capro espiatorio et voilà, il gioco è fatto, tempo un mese e tutto viene dimenticato. Ovviamente non cambia nulla, nessuno osa dimettersi. Insomma la potenza delle parole, del dialogo, la presentazione di programmi su cui si baserà la propria politica dove è finita? La gente è stufa delle solite chiacchiere da bar, delle zuffe in Parlamento, dei battibecchi nei talk show. Possibile mai che nessun politico abbia capito ciò? Possibile mai che nessun politico riesce a capire che ormai il popolo si sente totalmente distante dalla politica stessa? Nessuno capisce che non si sta operando secondo le vere esigenze dei cittadini? Però c’è il problema del debito pubblico e poi l’approvazione del bilancio dove lo mettiamo? E così per un anno intero, si lavora per mangiare il panettone.
Infine le idee, quelle non dovrebbero mancare mai, idee nuove ma soprattutto sane, idee che potrebbero trasformarsi in realtà e non utopie future per un mondo migliore per tempi migliori che un giorno arriveranno. Idee che devono rispecchiare le reali esigenze di un Paese che sta diventando fanalino di coda di un’Europa che ci sorride con toni di sberleffo e che è distante da noi anni luce.
Ma alla fine, in tutto questo marasma, come direbbe Gaber “L’ideologia, malgrado tutto, credo ancora che ci sia” o almeno spero.