L’unica cosa al suo riguardo che c’è da sapere è che vive per far felice la sua ombra. L’annaffia, l’accontenta, la vive. Ogni cosa è per lei, amante lunatica e viziosa.
Tutti i giorni, allo schiarire del dì, la conduce per strada. Si specchia nell’asfalto per correggersi i capelli, finché arriva poi il momento, trovato il luogo giusto, che si piazza ritto immobile di fronte al primo sole. L’ombra si fa tronfia e si riempie di se stessa. Lui la guarda compiaciuto, si sorride e scappa via.
Capita alle volte che la sua stessa ombra abbia fame di altre ombre, come sete di conoscere e brama di toccare. Lui, senza dubitare, l’accompagna tra la gente a stringere le mani. La luce è piazzata, l’angolo è perfetto: le due ombre s’avvicinano, si accostano e si fondono. E lui le osserva: le spia! Sparisce dal mondo e si abbandona al corpo nero. Niente più gli importa, niente gli interessa. La sua ombra è sazia e anche lui lo è.
Ogni pensiero è a lei dedicato. Ogni individuo è biada per lei.
Ma poi arriva notte e resta sveglio nel suo letto; la luce si spegne, l’ombra scompare e lui non pensa più.