A chi non è mai capitato di leggere un libro poco conosciuto ed apprezzarne la bravura dell’autore, pur con qualche remora?
Quando ci si avvicina ad un campo minato, che si considera lontano dalle proprie corde e, in questo caso, dai propri gusti, la paura di sbagliare è tanta. Un libro, mi han detto, non si giudica dalla copertina, e così dovrebbe essere per gli autori la cui bravura non andrebbe valutata in base ad una popolarità più o meno elevata. Insomma, rischiare di farsi male anche quando si sceglie un libro, non può che accrescere la propria consapevolezza di lettori. Se così non avessero agito in molti, alcuni degli autori più conosciuti della letteratura non avrebbero avuto un giusto plauso, perché bistrattati da una critica poco attenta, spaventata e spesso bigotta.
Ecco: per questo, e per molti altri motivi ancora, Letteratu ha deciso di proporre una lista che ripercorra un po’ le tracce lasciate dai tanti autori sottovalutati dalla critica ma premiati da un pubblico di lettori che, nel tempo, ha riconosciuto il loro valore. Un modo, forse, per non dimenticare che a volte una sola opinione “arbitraria” può valere molto di più di tante voci corali:
Truman Capote
Un autore che raccontava in maniera cruda e diretta le realtà di un tempo in cui dominava il conservatorismo. Rifiutato dalla maggior parte delle case editrici, è stato solo successivamente lodato da un pubblico che ha saputo apprezzarne l’ironia, la sensibilità acuta e profonda, tanto da trasformalo nell’icona eccentrica degli scrittori dell’età moderna.
Andrea De Carlo
Di lui di solito si dice: «erano belli i primi libri, invece adesso…». Eppure le vendite continuano a premiarlo nonostante i pareri oramai non più lusinghieri.
Howard Phillips Lovecraft
Accettato come vero scrittore solo dopo la sua morte, la critica è sempre stata più interessata alla sua tormentata vita che alle sue opere. Le sue pubblicazioni sono state accusate di poca accuratezza, e nello stile e nella grammatica, e quindi considerate sempre di scarso valore. Grazie ad una biografia scritta da Houellebecq, il genio di Lovecraft è rinato.
Tiziano Terzani
Vero inviato in un senso che oramai è in disuso, uno che nelle guerre era alle barricate invece che davanti ad un pc a cercare le notizie. Di lui la critica dice che i suoi libri non sono libri da scrittore. Hanno ragione. Era un Giornalista, con la g maiuscola, un uomo del mondo”
Stephen King
Maestro del brivido, “Re” delle paure e dell’inconscio, da sempre snobbato dai puristi della scrittura, salvo pochi ripensamenti qui e lì, ha venduto ed è stato amato come solo un sovrano idolatrato avrebbe potuto.
Emilio Salgari
Da sempre considerato dalla critica, uno scrittore per ragazzi, ha avuto il suo successo post mortem, durante un periodo fascista in cui era necessario, per tutti i lettori, poter allontanarsi da un paese in guerra e viaggiare grazie ai racconti dell’autore veronese.
Philip K. Dick
Giunto alla fama solo dopo che gli adattamenti cinematografici dei suoi romanzi sono giunti al grande pubblico, Dick è considerato oggi il precursore di molti sottogeneri letterari legati alla narrativa fantascientifica. Di lui la critica ha detto, in vita, che fosse un pazzo visionario.
Carlos Ruiz Zafòn
Ha conquistato la fama grazie ad un passaparola che, nel 2002, lo ha portato in cima alle classifiche europee, diventando il caso letterario degli ultimi anni. Prima del successo, era considerato uno sconosciuto autore per ragazzi. Oggi i suoi romanzi sono tradotti in 36 lingue diverse.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Rifiutato dalle maggiori case editrici italiane, il suo romanzo, “Il Gattopardo” è stato rivalutato solo anni dopo la sua pubblicazione (avvenuta grazie alla casa editrice Feltrinelli e ad un passaparola di autori minori). Oggi è considerato uno dei romanzi storici, capisaldi della letteratura italiana.
Herman Melville
Oggi ritenuto il precursore del Modernismo, ancora prima di Joyce, Melville non ha goduto di grande fama durante gli anni della sua attività letteraria. Il suo capolavoro “Moby Dick”, pubblicato nel 1851, fu bistrattato dalla critica, e “riesumato” solo nel 1921, per puro caso, divenendo negli anni una delle opere fondamentali della letteratura mondiale.
Italo Svevo
Commerciante prima, industriale poi, non è mai stato considerato un vero scrittore. Il successo arriva negli anni ’20 con il suo terzo romano “La coscienza di Zeno”, letto e apprezzato da Joyce. Ma è troppo tardi, l’autore muore poco dopo in un incidente stradale.