So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di vederti. L’aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo. Sto bruciando. È troppo banale per te? No, e lo sai. Vedrai. È quello che capita, è quello che importa. Sto bruciando. Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non c’entra. Se ci bado. Ma non bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi. C’è una faccia sola, l’unica che vedo, quando dormo e quando non dormo. Tu non vai bene per me, lo so, ma quello che penso non mi interessa più, a meno che non pensi a te.
Non bisogna farsi ingannare dal titolo di questo romanzo. Non del tutto almeno. Ci sono pagine rosa, pagine d’amore mischiate però ad una sapiente ironia che ha poco a che fare col romanticismo. Il personaggio principale è una donna, Helen, una quarantaduenne libraia affascinante e dai modi seduttivi, con un divorzio alle spalle, una figlia di undici anni e una relazione “bollente” col giovane commesso che lavora, temporaneamente, nella sua libreria. Scandalosa quanto basta, la loro unione, piena di passione e con una considerevole differenza d’età va avanti in maniera ufficiosa ma non tanto celata. A lavorare in questa libreria del New England ci sono anche delle ragazze, trasgressive nei modi di vestire, nei tatuaggi che portano e negli sguardi saffici che si lanciano e che rivolgono alla stessa proprietaria.
Quello di Helen è un mondo tutto fatto di libri e intrighi e il suo stesso esercizio diventa punto di riferimento per la cittadina e teatro di un misterioso giallo. È proprio in questo che si mostra la bravura della Schine: il giallo nel rosa. Un giorno arriva una misteriosa lettera ad Helen che porta come destinatario “Capra” e come mittente un certo “Montone”: una vera e propria dichiarazione d’amore che fluttua tra soavi parole d’amore e bollenti espressioni di passione. Il problema è uno solo: chi ha scritto la lettera? E soprattutto a chi è destinata?
La lettera diventa quindi il motore centrale del romanzo; si lasciano qui e lì, sparsi nelle pagine del libro, indizi che portano il lettore a chiedersi chi possa essere colui o colei che l’ha scritta, arrivando a fare supposizioni sulla base delle scarse informazioni sui personaggi minori che l’autrice ha deciso di regalare.
Deliziosa l’idea di ambientare il tutto in una cittadina di mare, nel periodo estivo, di rendere la libreria luogo di incontro e scontro tra Helen e il suo giovane amante e di far susseguire battutine sagaci una dietro l’altra quasi ci si trovasse sul palcoscenico di un teatro.
Meno interessante invece il modo in cui la storia si evolve: pur partendo da un incipit piacevole, il motivo della lettera finisce con l’essere trattato in maniera superficiale, specie nel finale, nel quale forse, la scrittrice avrebbe dovuto spendere qualche riga in più. Ci sono spunti interessanti sui vari personaggi ma che restano tali, concentrando l’attenzione troppo sulla protagonista che finisce con l’avere le caratteristiche classiche del personaggio rosa stereotipato.
La Schine è molto brava nel trattare con cura la scrittura: in questo modo le pagine “hard” non mettono in imbarazzo il lettore e quelle più leggere non lo tediano: l’attenzione verso la forma stilistica fa apprezzare anche quella semantica , confinando questo breve romanzo nel mondo dei libri che, seppur non tengono il lettore attaccato con ansia ad ogni pagina, non lo invitano a lasciar perdere abbandonando la lettura.
Come ci si innamora?
Si casca? Si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sul marciapiede sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra sui sassi o è come rimanere sospesi oltre l’orlo del precipizio, per sempre?