C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
Una mattina di fine ottobre, l’anno scorso, camminavo per le strade di Roma, intenta a cercare una libreria senza guardarmi intorno. Non osservavo le pietre sulle quali camminavo, né i ponti che mi comparivano sopra la testa collegando palazzi tra di loro, nemmeno le piccole gallerie d’arte pop che spuntavano dietro un’insegna nera. Ci fu una telefonata e mentre mi perdevo nei pettegolezzi non mi accorsi che in realtà m’ero persa anche fisicamente. Solo dopo aver interrotto la telefonata mi resi conto che non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi, c’era solo un ponte, lunghissimo, ovviamente elegante e maestoso, e decisa ad attraversarlo mi trovai in una piazza, piccola, ma ben fatta, stranamente vuota: Piazza Trilussa.
Per questo oggi, con quanta più modestia possibile, vi presento Carlo Alberto Salustri, poeta italiano, esperto in dialetto romanesco, in arte Trilussa. Dalla satira pungente, sfacciata e certe volte dal retrogusto amaro. Ma la poesia di oggi è tanto semplice quanto commovente, ed è, a mio parere, l’immagine della felicità quando accade all’improvviso, quando ci si perde e ci si ritrova in piccole piazze dal nome poetico e tutto sembra perfetto. La felicità la si trova anche per caso, in una metropoli piena di fumi e macchine e si scorge un’ape che si posa su un fiore per strada.
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
È una piccola cosa.
Lo dice chi ha sofferto, chi ha arrancato,ha vissuto nella povertà e aveva solo la sua scrittura e la sua voce come mezzo. Lo scrive chi è poi diventato il poeta dei romani, che con orgoglio declamava i suoi versi e il suo dialetto. Un poeta fuori dagli schermi che disarmava con la sua satira e arguzia. Ma stupisce ancora una volta, con questa poesia. Con la semplicità che molte volte è sinonimo della felicità.
Si dimentica, troppe volte, che è nelle cose semplici che si cela il segreto di tutto. Si passa una vita a complicarsela, nell’affannosa ricerca di una felicità che sfugge alla perfezione.
La felicità viene e va, esattamente come un’ape.