E-il mensile interrompe le pubblicazioni. […] E questo è il mio ultimo editoriale da direttore. Non facile da scrivere, ma mi tocca. Tra edicole e abbonamenti il giornale vende all’incirca ventimila copie. Non pochissime, secondo me, se teniamo conto della crisi. […] La crisi pesa anche sull’editore, cioè su Emergency. Che non è più disponibile ad accollarsi il passivo (non esorbitante) della gestione. Non ci trovo nulla da eccepire: prima vengono gli ospedali, poi i giornali. E-il mensile è nato per trasmettere una cultura di pace e credo l’abbia fatto. Credo, ancora, che questo modo di fare giornalismo abbia un futuro, anche se si è scontrato con il presente. (Gianni Mura)
E-il mensile interrompe le pubblicazioni. Diciotto anni di lavoro con Emergency mi hanno insegnato a lavorare con la testa e con il cuore e in questo saluto voglio farli parlare entrambi. La testa dice che Emergency non può più permettersi di sostenere i costi di questo straordinario progetto culturale, che parte dal 2003, con un quotidiano online, e si conclude oggi, con l’ultimo numero di un mensile di carta. Come sapete, la crisi economica globale ha dato un colpo durissimo a tutte le realtà che, come Emergency, vivono soprattutto delle donazioni dei piccoli contribuenti: proprio le prime vittime della crisi. […] Prima di chiudere la porta di un ospedale, siamo costretti a chiudere la porta di un giornale. […] Il cuore dice tutto il suo dolore per essere stati costretti a dover scegliere. […] La testa, in questo momento, deve dire addio. Il cuore sussurra: speriamo che sia un arrivederci. (Cecilia Strada)
Questi sono gli editoriali dell’ultimo numero del mensile di Emergency, uscito nelle edicole ad agosto. Un vero peccato vedere scomparire un cartaceo che aveva lo scopo di portare innanzitutto un’informazione libera, sincera, lontana da ogni possibile controllo o censura. Un cartaceo che portava l’odore della passione di coloro che scrivevano reportage da ogni parte del globo, che portava all’occhio del lettore la voglia di trasmettere un segnale di speranza anche da quelle zone del mondo dove sembra vivere in un inferno terreno. Eh già, perché Emergency negli anni ha compiuto veri miracoli, e gli inviati che lavoravano per il mensile e che continueranno a lavorare per il quotidiano online ‘Peacereporter’, trasmettevano quella voglia di fare, quell’entusiasmo che forse col tempo sta svanendo. Un modo di fare giornalismo che riesce ancora ad emozionare e a commuovere addirittura, perché di questi tempi dove tutto sembra svolgersi solo in funzione del dio Danaro, dove determinate situazioni vengono taciute, nascoste in silenzi, in ombre, da parte di coloro che pensano che è meglio non portare alla luce alcune realtà scomode, E-il mensile rappresentava un’Oasi in un deserto culturale.
Cecilia Strada termina il suo editoriale scrivendo “Speriamo che sia un arrivederci”… ce lo auguriamo in tanti.