Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi.
Isabel Allende è una madre prima che una scrittrice; nel libro Paula le due cose si fondono dando vita ad una magia: le parole accompagnano la figlia della scrittrice verso la morte. Paula ha ventotto anni e si ammala, una malattia rara la sua, la porfiria, che la porta ad uno stato di coma e poi alla morte. Isabel, la madre, è al capezzale della figlia morente, pronta a starle accanto, a condurla verso la fine. La Allende soffre e scrive, seguendo la sua inclinazione naturale: di notte, quando torna in quel motel poco distante dall’ospedale dove è ricoverata Paula, annota sulle pagine il suo dolore, la sua disperazione e la sua speranza, quella di poter un giorno guardare la figlia negli occhi, ritrovarla felice, come prima del ricovero a Madrid e di leggerle quello che aveva scritto quando sperava in un miracolo, quando credeva che si, la sua bambina si sarebbe risvegliata, riprendendo così la vita felice che aveva lasciato prima del suo male.
Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo
La Allende ci crede a queste parole, le mette per iscritto con l’intenzione di non spezzare quella comunicazione carnale con Paula, di credere che anche se la giovane è in coma e non può risponderle, l’ascolta. Per questo motivo la madre- scrittrice, in questo libro si rivolge proprio alla figlia raccontandole della sua famiglia, ricordi di infanzia e del passato,dell’esilio, di personaggi quasi magici che si intrecciano a personaggi reali, come quando ai bambini si leggono le favole per farli addormentare. Paula sta solo dormendo sembra ripetersi Isabel in uno straziante lavoro di analisi, ricordo, elaborazione, negazione e poi accettazione . Paula muore a un anno dal suo ricovero, nel 1992. Paula vive nelle pagine del libro, perchè la madre che le ha dato la vita le ha regalato un secondo modo per vivere: nel ricordo della sua storia, nella certezza che chi leggerà saprà di lei, senza dimenticarla.
Un giorno in più di attesa, uno in meno di speranza. un giorno in più di silenzio, uno in meno di vita. la morte vaga per i corridoi e il mio compito è di distrarla perchè non trovi la tua porta
Sicuramente Paula è il libro più straziante e autobiografico della Allende, una preghiera di dolore e insieme di speranza, un accorato soliloquio tra la vita e la morte in quel freddo ospedale, in quell’oscuro momento.
La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata. – mi spiegò mia madre poco prima di andarsene. – Se saprai ricordarmi, sarò sempre con te. – Mi ricorderò di te – le promisi. […] Poi mi prese una mano e con gli occhi mi disse quanto mi amava, finché il suo sguardo non divenne nebbia e la vita uscì da lei senza amore.