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Dennis Lehane: “Shutter Island”, la follia si nasconde nella nostra mente.

Lei gira a sinistra nel soggiorno e la sua schiena è bruciacchiata, ancora fumante. La bottiglia non è più tra le sue mani e dai suoi capelli si levano sottili riccioli di fumo.

Dolores si ferma davanti a una finestra. «Oh, guarda. Sono tanto carini, così. Galleggiano.»

Teddy è accanto a lei alla finestra, e Dolores non è più bruciata, è fradicia d’acqua, e lui ora può vedere se stesso, vede la sua mano quando la posa sulla spalla di lei, le dita avvolte intorno alla clavicola. Lei volta la testa e gli dà un rapido bacio sulle dita.

«Cosa hai fatto?» dice lui, senza nemmeno sapere bene cosa le sta chiedendo.

«Guardali, là fuori.»

«Piccolina, perché sei tutta bagnata?» dice, ma non è sorpreso quando lei non gli risponde.

 

L’agente Teddy Daniels è su un battello diretto a Shutter Island.

Il collega, Chuck Aule, è la sua unica compagnia nella missione affidatagli dall’F.B.I., per ritrovare Rachel Solando, dissoltasi senza lasciare traccia nell’istituto Ashecliff Hospital, ospedale psichiatrico in cui è stata ricoverata per aver ucciso i figli.

Così Dennis Lehane getta l’amo per un thriller dall’atmosfera cupa, intricata e geniale nell’intrigo psicologico tessuto per tutto il racconto.

Da subito Teddy, ex-soldato della Seconda Guerra Mondiale, sospetta che il dottor John Cawley, direttore dell’Istituto, nasconda la verità sulla scomparsa della paziente.

Ad insospettirlo sui mezzi adottati nell’istituto, sono le strane pillole che Cawley gli somministra per calmare i suoi feroci mal di testa, le reticenze del personale, i segni da decifrare e quel sessantasettesimo paziente di cui non trova traccia.

Teddy si trova incastrato in una fitta tela di complotti, a cui fa da sfondo il dolore per la perdita della moglie, Dolores Chanal, morta cinque anni prima in un incendio appiccato da Andrew Laeddis. Proprio quest’ultimo, ricoverato ad Ashecliff, si rivela la vera ragione per cui Teddy ha accettato l’incarico.

Insospettito da una soffiata per cui nell’istituto si effettuerebbero esperimenti sugli esseri umani, Teddy si muove per tutta la storia su un filo ad alta tensione, che tiene il lettore incollato sul libro nel tentativo di coglierne ogni sfumatura.

La storia di Rachel Solando si mescola, in un estremo di pazzia e ricordi, all’immagine di Dolores, nei sogni al limite della realtà che perseguitano Teddy come un incubo da cui non riesce a liberarsi.

L’originalità di Lehane è proprio nella sua capacità di mescolare il vero con il falso, di invertire le situazioni, trascinando il lettore in un viaggio psicologico la cui trama si tesse tassello dopo tassello.

La verità si nasconde non nei fatti, ma nella mente dei personaggi, quasi il genere del thriller avesse fatto un passo in avanti, trasformandosi in qualcosa di più sofisticato, evoluto e inafferrabile.

Non si può svelare il finale del libro, ma i dettagli, le sfumature, sono seminate come briciole di pane per tutto il racconto, fino a portare ad una soluzione sorprendente.

Acuto, brillante, originale e senza dubbio abilissimo nella logica mentale, Dennis Lehane costruisce un’architettura che ricorda “dieci piccoli indiani”, ricca di avvenimenti, tensione e abilità dell’intreccio. Cos’è reale, qual è il limite della follia?