Il primo consiglio che vi darò è il seguente: se siete giornalisti, se la carta stampata è, era o sarà il vostro principale interesse, non perdete questo libro.
E quando avrete tra le mani “L’esclusiva” di Annalena McAfee, ricordate il secondo (e ultimo, giuro) consiglio: leggete con attenzione la citazione tratta dal Times del 4 gennaio 1997 (solo quindici anni fa, a pensarci). Quando avrete finito di sganasciarvi dalle risate di fronte alla recisa affermazione del signor Jenkins (sulla quale conserverò il più assoluto riserbo per non guastarvi il momento), non dimenticatela e, anzi, fatene la torcia che vi guiderà nel dipanarsi di questa veloce, brillante narrazione.
Proprio nei giorni in cui Jenkins scrive il suo serissimo articolo (non insistete, Lettori, non vi dirò nulla), e cioè nell’Inghilterra degli ultimi anni novanta, Tamara Sim, giornalista free lance alle primissime armi e curatrice di una rubrichetta di gossip sul settimanale “Pssst!”, riceve dal prestigioso “S*nday” l’inaspettato incarico di intervistare il totem del giornalismo britannico, l’intoccabile grande dame del reportage d’assalto, Honor Tait.
Prendete in Italia una signorina B*** (non farò nomi, Lettori, non ci contate), esperta del jet-set del Ponente ligure ed intervistatrice di principi-cantanti occhiazzurrati, e mettetele di fronte una rediviva e quanto mai tagliente Oriana Fallaci o un irascibile Indro Montanelli; cercate ora di immaginare come potrebbe andare. Così, per esempio:
Alla fine, con un profondo sospiro di rassegnazione, accettò e rispose. La sua risposta fu lunga e dettagliata, e incluse Berlino, Tokyo, la Corea, il 38° parallelo. (Parallelo a che cosa?, si chiese Tamara).
Spostando di continuo la prospettiva dall’una all’altra delle protagoniste senza lasciarci il tempo né di affezionarci a quanto esse hanno da raccontare, tantomeno di parteggiare per una di loro, la narratrice tratteggia con attenzione le due giornaliste e il mondo che ruota attorno a loro, costringendole in una posizione che possono solo subire.
Honor è un’ottuagenaria amareggiata e lucida, stanca del suo passato tumultuoso quanto del presente arido e popolato di fantasmi, forzata ad accettare il colloquio dalle pressioni del suo editore, ma decisa a far penare la malcapitata intervistatrice.
Tamara, irruenta e inesperta ventenne, vede in quelle quattromila parole da confezionare ad uso degli esigenti lettori del S*nday la possibilità di uscire dall’anonimato professionale, un inizio di stabilità economica, persino un posto fisso in un giornale autorevole.
Tra gaffe, sarcasmi, ingenuità e reticenze, l’incontro/scontro avrà luogo con risultati imprevedibili, comici e drammatici insieme, per le due protagoniste, agli antipodi per età, cultura, formazione ed esperienza, ma anche simboli di contrastanti modi di creare la notizia, l’uno che affonda le mani nelle viscere e nel sangue dell’umanità, l’altro che allunga l’occhio nelle camere da letto e sotto i vestiti di fuggevoli star.
Ma in questa lotta a mani nude non ci saranno vincitori, ed entrambe le contendenti cadranno rovinosamente nel fango, esauste. L’arbitro Internet -a dispetto di quanti ne avevano pronosticato la transitorietà- impone il proprio potere, espellendo dal campo con un dispotico tweet il vecchio giornalismo: l’hic et nunc della rete renderà obsoleta ed inutile al mattino qualunque notizia data alle stampe nella notte.
In uno stile nitido e pungente, destreggiandosi tra nostalgia e futuro, Annalena McAfee ci propone il suo primo romanzo, una tragicommedia dai toni aciduli, sostenuta da un’ironia garbata, che mira ai nervi scoperti del mondo del giornalismo che l’autrice ben conosce.
La McAfee, infatti, come sottolinea la stessa Honor Tait, è giornalista di trentennale esperienza, curatrice della rubrica Arte e Letteratura del Financial Times, fondatrice del prestigioso Guardian Review del quale è stata anche…
Vi chiedo scusa, Lettori: Tamara Sim mi fa insistentemente notare che -nonostante non se ne faccia menzione alcuna nel risvolto della elegante edizione italiana- la McAfee è la seconda moglie dell’affascinante ed arcinoto Ian McEwan, cui peraltro il libro è dedicato.
Ah, il gossip…!