L’Italia tratta in maniera inaccettabile i profughi. A dirlo è il tribunale amministrativo di Stoccarda che qualche settimana fa ha accettato il ricorso di una famiglia palestinese. Quest’ultima, due coniugi con tre bambini, aveva fatto ingresso in Europa attraverso l’Italia e giunti in Germania, dovevano essere rispediti nel nostro Paese, secondo le leggi che disciplinano il diritto di asilo. A colpire i giudici tedeschi, sono state le dichiarazioni della famiglia proveniente dalla Siria: l’Italia l’avrebbe tenuti chiusi in una stanza di un centro accoglienza insieme ad un’altra famiglia, dove le condizioni non erano delle migliori in quanto, sempre stando ai racconti dei cinque richiedenti asilo, la stanza era senza letti né coperte e per quanto riguarda il cibo, gli veniva offerto solo un pasto al giorno. Infine, le autorità italiane, dopo un’approssimativa raccolta di informazioni, avrebbe chiesto loro di lasciare il Paese.
Proprio per questo, i giudici tedeschi hanno ritenuto opportuno che la stessa Germania valuti la richiesta d’asilo in quanto, per colpa delle “Sistematiche manchevolezze” del sistema di accoglienza e del modo increscioso in cui viene applicato il diritto d’asilo in Italia, la famiglia siriana era a rischio di “Trattamento inumano o mortificante”. Sempre secondo i giudici tedeschi inoltre, la maggior parte dei richiedenti asilo in Italia, non solo non trova protezione o riparo, ma trova condizioni sanitarie precarie e non è detto che acceda facilmente ad acqua, cibo ed elettricità. Secondo quanto detto insomma, l’Italia non sarebbe in grado di adempiere agli accordi fatti.
Secondo la sentenza del tribunale amministrativo di Stoccarda infatti. “Le strutture di accoglienza per i profughi sono totalmente sovraccariche di lavoro”. Tra l’altro, proprio la portavoce della corte di Stoccarda, ha dichiarato ai giornalisti che non è la prima volta che un tribunale amministrativo faccia una valutazione del genere su tale tema. C’è da dire che i giudici tedeschi non vedono possibilità di miglioramento in tempi brevi, anzi pensano piuttosto ad un reale peggioramento. Essi hanno ritenuto che la famiglia palestinese nel nostro Paese avrebbe condotto “Una vita sotto il livello minimo di sussistenza e a rischio di restare senza tetto”.
Su tale caso è intervenuta anche Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. “La sentenza di Stoccarda non è la prima in questo senso. Anche se, a differenza di quello che accade per la Grecia, l’Alto commissariato non chiede agli stati di evitare di rimandare in Italia chi chiede asilo, ma di valutare caso per caso, nell’interesse dei rifugiati”.