Se Roma ti sovrasta con la sua storia, Firenze ti ricopre di bellezza. Sono due città molto diverse. Roma l’ho trovata caotica, rumorosa, indifferente a quel fiume di turisti che percorre le strade che portano a San Pietro, ai ritmi della metropolitana, al caldo che la flagella, e che costringe tutti a cercare prima o poi riparo in un bar per una granita o vicino ad una delle sue tante fontane. Firenze è discreta, tutta raccolta davanti al suo cuore storico, tra i marmi verdi e rosa, le sue giostrine dell’Ottocento, le piccole cartolerie dove ancora capita di trovare la carta a mano. Il Tevere scorre più o meno placido, ma non è mai solo, tra chi fa cannottaggio e le imbarcazioni, i cani e qualche pescatore. E invece l’Arno che ho visto io ha quella solitudine ricca di verde e di sole, che fa da sfondo a una bicicletta appoggiata sul ponte. A Roma ho visto argenti nei negozi di paramenti sacri e in Via dei Condotti, e invece a Firenze ho scoperto l’oro, quello vero, lavorato come qui fanno da secoli. E poi a Roma i ragazzi sono talmente simpatici da scocciare, qui sembrano tutti impegnati a conversare, quasi ripercorrendo una grande Storia. Peccato restare così poco, e partire dopo la visita agli Uffizi. Matteo, il ragazzo della reception che parla quattro lingue e ste per diventare architetto, mi ha detto che ora devo fare una scelta, tra l’arte e la vita. Lui ha scelto la seconda, quando si è innamorato di una ragazza di Napoli, lasciando la fidanzata di Bologna. Ora tocca a me scegliere.