-Dove mi porti oggi?
-Lo saprai quando ci arriverai.
-E’ una sorpresa?
-Sì, una sorpresa!
-Aspetto con ansia i giorni in cui mi porti a fare un giro, e stamattina, quando ho aperto gli occhi e ho visto i raggi del sole insinuarsi tra le imposte, ho sorriso. Sapevo che saresti venuto a prendermi, per portarmi fuori.
-Ebbene sono venuto, e ora siamo fuori, ed è una bellissima giornata di primavera.
-E ci saranno tante giornate come questa, e tu verrai e mi porterai a passeggio ogni giorno, come nelle stagioni passate…
-Sono sicuro che starai bene, laddove sto per accompagnarti…
-Dunque è un bel posto?
-Così dicono, e anch’io penso lo sia…
-Neppure tu ci sei mai stato?
-No, ma non può esserci posto migliore per te, credimi.
-Ho un po’ freddo.
-Aspetta…
L’uomo prese dalla borsa una copertina e gliela posò sulle spalle.
-Va meglio così?
-Sì… molto meglio, grazie! Tu cammini, ti muovi, ti scaldi, io no!
-Per questo ho portato la coperta, anche se dove andrai non ce ne sarà bisogno.
-Manca ancora molto?
-No, siamo quasi arrivati.
-Ma è la stazione quella?
-Sì!
-Non prendo un treno da anni, da quando…
-Lo so.
-Non avrai intenzione di portarmi fuori città?
Giunti alla biglietteria l’uomo non si fermò allo sportello, diede una rapida occhiata all’orario dei treni, guardò l’orologio, e prese la rampa che portava al binario 6, spingendo la carrozzina con fare deciso.
-Come mai non hai fatto i biglietti, andiamo a prendere qualcuno?
-Non fare più domande, cara, e fidati di me.
L’uomo accompagnò la sedia a rotelle fin sul bordo della banchina vuota. Il treno in lontananza procedeva rapidamente; quando fu abbastanza vicino, diede una spinta alla carrozzina e la lasciò precipitare sui binari.
Il treno continuò la sua corsa, e non si sentì che un tonfo secco accompagnato da uno stridio metallico, attutito dal ritmo sincopato del treno che non si fermò.