Questo è l’enigma, l’ansia travolgente
di conoscere, il desiderio irresistibile di gettare l’ancora
in te, di possederti.
Come sarebbe la perplessità di essere te,
il mistero, la malattia di essere te e sapere
Come sarebbe lo stupore di essere te, davvero te e
con i tuoi occhi vedermi.
Come sarebbe percepire che ti amo
Come sarebbe, essendo te, sentirmelo dire
E come sarebbe, allora, sentire quello che senti tu.
Ana Rossetti.
Ho sempre desiderato vedermi attraverso gli occhi degli altri. Un po’ come fa la poesia, ti lascia guardare,ti lascia esplorare e capire il mondo come lo vedono i poeti. Un po’ come fa l’amore, ti apre il cuore di una persona e ti permette di scoprire realtà nuove, ti lascia intravedere lati di te che nemmeno sapevi di avere, l’inimmaginabile e l’inaccessibile senza l’amore.
L’ansia di possedere la persona che si ama è una catena che stringe i polmoni, lo sanno tutti. Lo sapeva Saffo e lo sa anche Ana Rossetti. Per quanto le due siano lontane entrambe esprimono, nelle loro poesie, un forte pathos, un coinvolgimento fisico ed emotivo. C’è, in queste due poetesse così lontane tra di loro, una forte affermazione della loro sensualità e della loro fermezza nell’essere donna, uno spontaneo lasciarsi andare alle sensazioni, alle emozioni e sopratutto un abbandono all’amore e a quello che comporta.
Come sarebbe lo stupore di essere te, davvero te e
con i tuoi occhi vedermi.
Come sarebbe vedersi attraverso gli occhi di qualcun altro? Scoprire il significato recondito di ogni gesto, ogni sguardo, anche un battito di ciglia può sembrare diverso. Come sarebbe percepire il proprio amore? Allora, sarebbe sentire ciò che la persona che amiamo sente. Sarebbe essere quella persona, capire e ricordarsi che anche un sorriso cela in se una frase intera.
Ana Rossetti è una delle principali scrittrici emergenti spagnole, una contemporanea dai toni classici che si è fatta spazio dopo il 1980 in seguito alla vincita del premio Gules. Ammetto di avere un debole per la letteratura spagnola, sopratutto quella moderna e contemporanea ma questa autrice, secondo me, merita. Non solo poetessa ma scrittrice anche di testi in prosa e teatrali. Vi consiglio di leggerla, alcune sue poesie sono… come dire, disturbanti. C’è un eros travolgente che la fa accostare sempre più alla poetessa greca. La poesia, signori e signore, può essere anche questo. Può deviare e disturbare, può mettere un piccolo tarlo in testa e farvi impazzire su un solo pensiero. Ovviamente non è il caso della poesia presentata oggi, che è insolitamente “pura” e diretta, tuttavia tra le righe vi si legge un’ansia crescente che in altre sue poesie esplode e vi travolge.
A voi, allora, buona lettura.