DNA (Douglas Noel Adams) come amava farsi chiamare, scrisse questo libro nel lontano ’87 quando fu pubblicato il quarto libro della saga più famosa dell’autore e da noi recensita qui qualche mese fa, “Guida Galattica per Autostoppisti”, citata, tra l’altro, anche nella classifica dei cinquanta libri più influenti della storia. DNA fu il primo a manovrare il genere della fantascienza umoristica e la figura dell’investigatore olistico Dirk Gently è uno dei risultati meglio riusciti.
Dirk è chiamato all’inizio del libro, anche se per il lungo protrarsi dell’introduzione della storia sarebbe meglio dire al centro del libro, insomma dicevamo che viene chiamato a risolvere un caso di omicidio molto particolare. Il giovane investigatore apparirà sin dal primo palpito sulla scena del crimine sempre meno concreto e completamente “fuori di testa”, scoordinato e senza meta. Un libro complicato, una trama poco ordinaria, come da copione, un investigatore pazzo che risolve dilemmi pazzi, la teoria della mancata coerenza sembra dominare sin dal primo capoverso, così, mentre le coincidenze continuano a susseguirsi nel caos del non-sense, l’abile e insospettabile mago Dirk, sconclusionato investigatore, poggerà ogni tassello in uno spazio ben definito di un puzzle costruito ad arte, smisurato, intellettuale, controverso, culturalmente avanzato, devastante, con troppe controindicazioni ma senza foglio illustrativo.
Come ogni capolavoro dell’autore, anche questo libro possiede il proprio marchio di fabbrica, infatti, pur riprendendo temi cari all’autore come i viaggi nello spazio e la fine del mondo, ne accosta altri che sorprendono i lettori più accaniti del novelliere DNA. In questo libro, infatti, Douglas mescola di tutto, dai fantasmi di un età compresa tra i 3 ed i 4 milioni di anni, quando noi miseri esseri umani non eravamo altro che lombrichi, ad un Monaco Elettrico, apparecchio simile a qualsiasi altro elettrodomestico creato su di un pianeta molto lontano dalla Terra e gettato via dal proprietario perché, molto probabilmente, convinto di esser rosa; si potrebbe anche continuare con un cavallo chiuso in bagno, un divano incastrato e ancora un romantico Samuel Taylor Coleridge e una macchina del tempo, ma a cosa servirebbe detto così?
Il libro è decisamente un capolavoro, un misto di conoscenza globale e cultura oltremodo smisurata, seppur pazzo infatti, il romanzo giallo, uguale a nessun altro giallo al mondo, è intriso di cultura. Il testo passa in rassegna gli argomenti più svariati a seconda dei tasselli del puzzle che Dirk Gently si troverà ad analizzare, tra le teorie riprese in maniera più forte ci sono quelle della fisica quantistica e delle filologia di due testi di Coleridge, Kubla Khan e Rime of the Ancient Mariner, fondamentali nello svolgimento delle azioni e che consiglio personalmente di rileggere a tutti coloro che vorranno comprendere alla perfezione ogni sfumatura della trama.
L’investigatore Gently dunque rapisce la scena e il senso profondo di ogni pagina del libro, scavandosi una propria storia tra il solco dei tasselli perché, come sostiene egli stesso, l’unica cosa da tenere in considerazione è “l’interconnessione fondamentale di tutte le cose”, ed è anche questo uno dei motivi per cui, quando si finisce questo libro, si deve cominciare sin da subito a rileggerlo, perché solo ad una seconda lettura il libro prenderà forma e saprete dove e come inserire le maioliche nel pavimento della storia.
Il primo capitolo della saga di Dirk Gently, Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica, è seguito da La lunga oscura pausa caffè dell’anima e, probabilmente, si vocifera che fosse intenzione dello stesso Adams continuare la saga ne Il Salmone del dubbio, dubbio che non scioglieremo mai in quanto l’autore è morto prematuramente, causa infarto, nel 2001.
A tutti coloro che adorano Adams ed hanno intenzione di comprare il libro per leggerlo, consiglio di andare a cercare la serie televisiva della BBC inglese Dirk Gently, inspirata al personaggio di Adams e decisamente geniale.
I cavalli hanno sempre capito molto più di quanto diano ad intendere. Difficilmente si può stare tutto il giorno, tutti i giorni, con qualcuno seduto sopra, un’altra creatura, senza farsene un’opinione.
È invece possibilissimo starsene seduto tutto il giorno, tutti i giorni, sopra un’altra creatura senza darsene il benchè minimo pensiero.