Nel 1842, Gogol pubblicò “I racconti di Pietroburgo”, una raccolta di storie di cui la più celebre è sicuramente Il cappotto. Riassumo brevemente la trama: protagonista è il funzionario Akakij Akakievic Bašmačkin, persona umile, costretto a vivere una vita di stenti a causa della bassa paga da burocrate. L’uomo si trova in serie difficoltà quando arriva il momento di comprare un nuovo cappotto, dal momento che il vecchio è così rovinato dall’usura da risultare inutilizzabile. Bašmačkin comincia così a risparmiare soldi il più possibile (con sacrifici inauditi come rinunciare alla candela di notte, al pasto e simili), al fine di pagare un nuovo cappotto dal sarto. Quando, infine, riesce a realizzare il suo progetto, l’entusiasmo dell’uomo lo rende quasi comico. Con il nuovo cappotto egli sente di aver guadagnato anche il rispetto -da sempre negatogli- di colleghi e superiori. L’epilogo della vicenda è drammatico/emblematico: Bašmačkin viene derubato del cappotto proprio di ritorno da una serata con i colleghi di lavoro, che per la prima volta l’avevano invitato. L’episodio getta l’uomo così tanto nello sconforto, da farlo consumare e morire. Il finale del racconto è, però, fantastico: il fantasma del funzionario vaga per la città, derubando i signori dei loro cappotti, fino a quando la sua sete di giustizia si placa nel momento in cui riesce a intimidire e spaventare uno dei “signori dei piani alti”, che gli aveva negato giustizia per il furto del suo cappotto. La vicenda esistenziale di Bašmačkin diviene, per Gogol, pretesto per analizzare e portare alla luce l’ingiustizia e la poca umanità della società russa ottocentesca. Attraverso i personaggi che si alternano nella vicenda, vengono focalizzati vizi, virtù, aspirazioni degli appartenenti ai vari strati sociali, il tutto attraverso una buona dose di sarcasmo. Il protagonista ha suscitato in me sentimenti contrastanti: un’iniziale pietà per l’uomo sottomesso, umile, beffeggiato; subito dopo la rabbia per l’accettazione di una vita tutto sommato piatta, l’incapacità di ribellarsi alla sua condizione e la mancanza di aspirazioni. Quello che più colpisce di Gogol, comunque, è la capacità di scendere nel profondo, la sottile indagine psicologica che travalica la trama in sé e mette in primo piano, nel bene o nel male, l’UOMO.
Un altro grande scrittore, Dostoevskij, qualche tempo dopo dirà che tutta la letteratura russa è nata dal cappotto.
Sicuramente fortemente influenzato dalla lettura del racconto gogoliano è il primo lavoro dello scrittore russo: il romanzo epistolare “Povera gente”, pubblicato nel 1846. Protagonista è un altro personaggio di umili condizioni, un impiegatuccio maturo che nutre sentimenti profondi per una ventenne infelice. I due abitano l’uno di fronte all’altro e si scambiano numerose lettere, ma non osano incontrarsi (o meglio, è Makar che rifiuta gli inviti di Varin’ka) per paura delle chiacchiere e dei pettegolezzi. Leggendo le lettere, emerge la vicenda personale di entrambi i protagonisti: i due hanno alle spalle storie molto infelici. Makar cerca nuova luce e conforto nell’amore, che egli definisce paterno, per la giovane Varin’ka e cerca di dare un senso alla sua vita spendendo i pochi soldi che ha per procurarle gioia, per viverne di riflesso. La giovane, invece, nutre sentimenti di profonda riconoscenza verso Makar, ma niente a che vedere con l’amore. Non è lui l’uomo che può risollevarla dalla sua misera condizione: ella ha bisogno di tranquillità e sicurezza economica. Accetta, così, di sposare un suo ricco spasimante, ma quello a cui andrà incontro è quanto di più lontano dalla felicità. In ogni caso, l’evento getterà il povero Makar nello sconforto più totale, privato ormai del senso della sua vita.
Anche qui, al centro della storia, l’uomo umile, umiliato e sottomesso. Dostoevskij, inutile dirlo, si presenta fin dalla sua prima prova, come maestro nell’indagare l’animo umano, fornendo sottili analisi psicologiche, riuscendo ad astrarre e mostrare le cause sociali che spingono e determinano i comportamenti umani.
Assolutamente da leggere.
N.B. nel sito sono analizzate altre opere del grande scrittore russo:
-Le notti bianche: https://www.letteratu.it/2011/04/le-notti-bianche-di-dostoevskij/
– Delitto e castigo: https://www.letteratu.it/2011/07/delitto-e-castigo-f-m-dostoevskij/
– I fratelli Karamàzov: https://www.letteratu.it/2011/10/amore-morte-e-redenzione-nel-romanzo-i-fratelli-karamazov/