Domenica scorsa, 22 aprile, 175 Paesi si sono ritrovati a festeggiare uniti, ognuno nella propria parte del globo terrestre, la 42esima edizione della ‘Giornata Mondiale della Terra’, celebrata come ‘Earth Day’. L’evento ha visto coinvolte un miliardo di persone che hanno dato vita a 980 milioni di ‘azioni verdi’, volte a simboleggiare la protezione dell’ambiente e un futuro più sostenibile. Il motto di quest’anno è stato ‘Mobilitare la terra’, proprio per lanciare un messaggio a tutti gli abitanti del pianeta per mobilitarsi a favore della tutela del nostro Mondo. L’obiettivo dell’evento è proprio sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela del pianeta.
Tale giornata ha visto coinvolta attivamente anche l’Italia, che festeggia l’evento dal 2007. A Napoli c’è stato un megaconcerto a impatto zero grazie alla compensazione delle emissioni di Co2, presentato da Serena Dandini e che ha visto come ospiti, tra gli altri, la cantante indonesiana Anggun, già scelta dalla Fao come ambasciatrice nella lotta alla fame del mondo; a Roma si poteva assistere al ‘Medmob’, il flash mob della meditazione perché attraverso “La pace e il silenzio dei nostri cuori, possiamo insieme creare un futuro sano e luminoso per noi stessi e per il nostro pianeta”; a Milano c’è chi ha girato in skateboard e t-shirt verde; Gardaland insieme a Coca-Cola, ha donato un libro per bimbi sul tema del riciclo. Ma ci sono stati anche piccoli gesti individuali, come cambiare le lampadine vecchie o usare shopper di tela.
Tra le altre iniziative, il ‘Barilla center for food & nutrition’ ha consentito di scaricare gratis il libro ‘Eating Planet 2012’ con i consigli per ridurre l’impatto dei consumi alimentari sul pianeta; rimanendo in tema, il progetto ‘Nourishing the Planet di Worldwatch’ ha promosso 15 innovazioni nell’agricoltura per proteggere il pianeta; le direttrici esecutive del ‘Programma alimentare mondiale dell’Onu’ e di ‘UN Women’ invece, hanno dedicato la giornata alle donne costrette a saltare i pasti perché non hanno la legna per cucinare. La giornata serve in particolar modo come occasione di riflessione e pertanto si è ricordato che un miliardo di persone non ha cibo e acqua a sufficienza, che un miliardo e mezzo è senza elettricità, che 800 milioni di abitanti dei paesi ricchi sono sovrappeso per eccessi alimentari, con sprechi annessi. Si è sottolineato poi, come il nodo cruciale del futuro dell’umanità sia quello energetico. Il fattore chiave dei prossimi decenni sarà quello di passare da un modello di tipo consumistico, basato cioè su una continua crescita, ad uno di tipo sostenibile, incentrato per lo più sul risparmio dei materiali e sulla diffusione dell’uso di fonti energetiche alternative e tecnologie verdi. Ma nella giornata di domenica, si è ricordato anche che non si è arrivati ad una soluzione finale sulla scelta di una bandiera che possa rappresentare il nostro pianeta. E forse questo rappresenta la bellezza di tale giornata.
Non sempre si ha bisogno di una bandiera, di un simbolo o di un semplice vessillo per sentirsi parte di un qualcosa; il senso di appartenenza al nostro pianeta lo si costruisce giorno dopo giorno, con piccoli gesti quotidiani che magari possono sembrare insignificanti, ma che invece, fatti contemporaneamente da più persone, in diversi angoli del Mondo, contribuiscono alla sua salvaguardia e alla costruzione di un futuro sostenibile. La ‘Giornata Mondiale della Terra’ deve servire come spunto di riflessione per noi della razza umana, che spesso ci sentiamo i padroni del pianeta, ci sentiamo in diritto di sfruttare al massimo le risorse naturali e addirittura ci uccidiamo per gestirle. Temiamo così tanto la distruzione della Terra ma non ci rendiamo conto che siamo noi che non la rispettiamo, che siamo noi a portarla verso il declino, che siamo noi che, piano piano, la stiamo ammazzando.