Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!
Rudyard Kipling
Educare un figlio a diventare uomo: ecco il compito precipuo di un padre.
Ma che cosa significa essere uomo? Come affrontare il difficile mestiere del vivere bene, senza risultare egoista e prepotente, ma a sua volta senza farsi schiacciare?
Per Rudyard Kipling la parola d’ordine per accedere dall’infanzia a tutto ciò che viene dopo è costituito dalla parola “se”.
Premio nobel per la letteratura nel 1907 a soli 41 anni grazie al suo capolavoro “Il libro della giungla”, Kipling ha saputo spaziare con superba maestria in tutti i campi della scrittura: è stato infatti giornalista, romanziere, poeta. La sua analisi del mondo e delle cose mette in luce le capacità di questo straordinario autore che ha saputo armonizzare lucidamente sensibilità, concretezza, ironia.
“Se” è forse la sua poesia più nota. Si tratta di una lettera scritta per il figlio in cui raccoglie una serie di consigli che il ragazzo deve seguire perché possa definirsi “Uomo”. Un componimento dunque a carattere pedagogico che è però in grado di emanare un sincero e caloroso sentimento paterno.
Si mette in evidenza il giusto mezzo, l’esatta misura in grado di garantire un’esistenza degna di questo nome. Le qualità che l’uomo deve coltivare sono il controllo, la fiducia in se stessi, la pazienza, la calma. Inoltre l’individuo non deve privarsi del sogno che è il sale della vita, l’ambizione a raggiungere più elevati obiettivi pur nella consapevolezza e nell’accettazione della sconfitta. Si cade continuamente, ma la virtù dell’uomo consiste nella capacità di sapersi alzare e “ricominciare di nuovo dal principio”.
La vita è una clessidra capovolta, per cui è estremamente importante attribuire al tempo un grande valore e stare attenti a non sprecarne neanche un minuto. L’uomo non è nato per vivere solo, ma è opportuno tenere nella giusta considerazione le persone che si incontrano lungo il cammino.
Certamente sono le parole che ciascun figlio vorrebbe ascoltare dal proprio genitore , ma non si può dire che saper vivere in questo modo risulti un’impresa facile perché l’uomo è istinto, è impulso talvolta senza controllo.
Si potrebbe però custodire con cura questa poesia e metterla nella valigia che ci portiamo durante viaggio della vita, e consultarla così come una bussola che di tanto in tanto ci indichi il nord.