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Socialgliss

A volte mi viene da pensare a Facebook come alla trasposizione di un caffè veloce, quando cogli una battuta o due e intervieni a dire la tua. L’unica cosa che c’è di diverso, rispetto alla “realtà”, è che non si comunica con la voce ma con la scrittura, il che, a volte, porta dritti nel baratro dell’incomprensione. C’è chi fa fatica ad esprimersi in italiano corretto, tanto per cominciare, cosa che crea equivoci ed incomprensioni. E poi c’è l’assenza di inflessioni di tono ed espressioni facciali, che impedisce di misurare la serietà o l’ironia.

Si comunica con i “commenti”, soprattutto, o con i “mi piace”, che esprimono un gradimento, ma anche una convinzione. Perché se uno scrive “Napoli mi fa schifo” e io ci metto il “mi piace” vuol dire che quantomeno condivido il concetto. Ma, prima di ogni altra cosa, Facebook è pubblico: non ci siete solo tu ed il tuo compagno di caffè, con cui ti intrattieni a conversare, ma ci sono pure tutti gli amici tuoi e suoi che, in un attimo, sanno cosa dici in quello che a te sembra un commento privato e sanno anche cosa non dici. Probabilmente ce ne dimentichiamo troppo spesso.

Per esempio: su Facebook si intavola una discussione contro una persona o un gruppo di persone. Volano parole pesanti, pesanti insinuazioni. Leggono tutti, anche se sembra lo facciano soltanto quelli che partecipano alla conversazione. C’è chi, per quieto vivere, glissa. Come nella vita, insomma. Ma, paradossalmente, per me, su Facebook, il glissare ha un valore doppio. È un lavarsi le mani, ma anche una testimonianza che non resta, perché, appunto, non c’è. Perché, nel tuo silenzio, resterà scolpito che tu a quella conversazione non hai partecipato, hai fatto finta di niente. Ci sarà sempre qualcuno che potrà dire: “quando si è trattato di difendermi tu non c’eri, hai scritto ‘ciao’ mentre avresti dovuto dire soltanto ‘basta’”.

Ecco, per me assistere ad una conversazione avvilente senza dire la propria sull’argomento è avvilente quanto la conversazione stessa. Perché se smetti di dire la tua e di difendere persone o luoghi che dichiari a te cari, ohiné, ma che camp’ a fa???