Mi piaci silenziosa, perché sei come assente
mi senti da lontano e la mia voce non ti tocca.
Par quasi che i tuoi occhi siano volati via
ed è come se un bacio ti chiudesse la bocca.
Tutte le cose sono colme della mia anima
e tu da loro emergi, colma d’anima mia.
Farfalla di sogno, assomigli alla mia anima
ed assomigli alla parola malinconia.
Mi piaci silenziosa, quando sembri distante.
E sembri lamentarti, tubante farfalla.
E mi senti da lontano e la mia voce non ti arriva:
lascia che il tuo silenzio sia il mio silenzio stesso.
Lascia che il tuo silenzio sia anche il mio parlarti,
lucido come fiamma, semplice come anello.
Tu sei come la notte, taciturna e stellata.
Di stella è il tuo silenzio, così lontano e semplice.
Mi piaci silenziosa perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Basta allora un sorriso, una parola basta.
E sono lieto, lieto che questo non sia vero.
Io ho sempre amato questa poesia. L’ho sempre immaginata letta da una voce adulta, pacata, di quelle che scivolano piano. La magia della poesia è questa dopotutto: risvegliare e creare immagini precise nella mente, rendere reali suoni immaginati nella testa, ti fa vedere una donna che siede lontano e guarda il cielo e capisci cosa ha visto Neruda. Capisci da ogni parola di questa poesia, da ogni pausa, ogni virgola dov’è che l’ha vista lui, la sua poesia. Capisci perché ha creato sul corpo di una donna un componimento che la rende immortale. Capisci l’amore, che fa vedere nelle persone più di quanto esse stesse credano di avere. Il cilen premio Nobel ci ha fatto innamorare tutti, è riuscito a superare le barriere nazionali per arrivare a quelle mondiali, ha fatto conoscere la sua parola di amore, di passione e di vita ad intere generazione e ancora oggi le sue frasi sono scritte e scarabocchiate sui muri per strada.
È una poesia dai toni calmi, che si trascina un pizzico di malinconia e inquietudine che emerge solo nell’ultima stanza. È un uomo che ama una donna nei suoi silenzi, nei suoi momenti più assenti, perché può osservarla ed amarla senza alcuna spiegazione; è un uomo che ha compreso che la bellezza spesse volte si cela nei silenzi, i silenzi di una donna che osserva il mondo, senza parlare, come se non fosse mai del tutto presente, come se i suoi occhi vedessero oltre ciò che le si presenta davanti.
Tutte le cose sono colme della mia anima
e tu da loro emergi, colma d’anima mia.
E arrivare ad amare in modo così smisurato che l’anima se ne ritrova ebbra fino a traboccare. Certe volte i silenzi vanno solo compresi, non disturbati né cacciati, bisogna solo entrarci dentro e perdersi.
Tu sei come la notte, taciturna e stellata.
Di stella è il tuo silenzio, così lontano e semplice.
Come perdersi nella notte, nella contemplazione delle stelle, così lontane e semplici. Mi piace pensare che questa poesia l’abbia scritta per la moglie, che gli sia nata guardandola stare in casa, in quei momenti del primo pomeriggio dove ogni cosa tace e si riposa, dove ci si lascia andare al torpore e ai pensieri; mi piace pensare che gliel’abbia letta poi, ad alta voce, e che lei si sia commossa nel rivedere se stessa nell’amore che il marito trasforma in versi, che gli abbia stretto la mano e che abbia sorriso alla fine. Anche solo per renderlo lieto.