Geoffroy.
Geoffroy, un nome che pronuncia il faro prima di mettere, il cristiano, in fiamme, nelle diverse etichette delle nuvole.
La benzina nel corpo, come unguento acceso pel tramite delle interiora arzille: la puzza di pesce dentro la cappella che penetra nei peli della moglie: e tutti guardavano lo sposalizio: pesci imbalsamati, il grongo opera d’arte, la scimmia dura dentro la bottiglia d’acquavite.
Goeffroy beve benzina e nel dovere della morte, che si serve della sua mano per soddisfarsi dei gesti, causalmente, giustamente, mortali, si ritrova un occhio: il faro dà, il faro toglie, il faro ti fotte la notte quando lo spirito si ribella alla carne debole, perché deve annullarsi e nell’annullamento la morte è giusta, la morte è giustamente misericordiosa se donata, con istinto, al mondo.
Il faro ha tante morti, ma io sono il papà della morte, dice Geoffroy.
Dopo il faro la morte prenderà la sua luce e siccome la morte è arcana- luce, allora il faro diverrà morte… ma lo è, il faro è morte, Geoffroy è un traduttore: nella contemplazione del freddo del mare un corvo casca impiccato dalla finestrella.
Il faro non piange, piange con la sensibilità di Geoffroy. E Lise vuole essere penetrata sino a che la sua pazzia esca dalla vagina, e si sfaldi, aprendosi, tra gli scogli… ma il puzzo del pesce penetra dentro il sesso e la benzina sarà anche nella sua, d’anima… Il faro lo vuole.
Il faro regala la morte al mare: gli omicidi della luce, gli omicidi masticati con la vita di Geoffroy dentro-il-suo-stomaco, le barche defecate dalla sorte del faro come dote al sale marino, i pali… sussurri di ammazzamenti.
Geoffroy, il suo cane, il respiro di Lise: di cosa ha bisogno chi ama la morte, perché il faro è la morte?
Di cosa ha bisogno chi ama la carne grumosa d’essere umano? Chi deve morire pisciato dall’aroma di pesce bevendo benzina e sentendo vocii dentro il borbottio dei disturbi intestinali del silenzio?
Chi come ultimo desidero brama d’essere impagliato?
La morte ha impagliato il faro come i sogni di Geoffroy, la benzina è il mare ed i pesci, più tardi, avranno durezza.
Amen