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Lotta alla camorra: la storia della ‘Nuova Cucina Organizzata’

In occasione della XVII ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, promossa dall’associazione ‘Libera’ e tenutasi lo scorso 23 marzo, è interessante parlarvi della realtà della ‘NCO’. Tale acronimo sta per ‘Nuova Cucina Organizzata’ e si contrappone alla triste sigla ‘NCO’ che stava per ‘Nuova Camorra Organizzata’, una delle più potenti organizzazioni criminali formatasi in Campania. Basta cambiare una parola e l’accezione è totalmente diversa. La Nuova Cucina Organizzata, è una trattoria-pizzeria sorta in un edificio confiscato al clan dei Casalesi. Nata nel 2007, ormai è diventata una realtà affermata a San Cipriano D’Aversa, cittadina campana in provincia di Caserta. La trattoria è gestita dalla Cooperativa Agropoli-città dell’agro, composta anche da portatori di handicap. La maggior parte degli ingredienti usati per i cibi della trattoria come l’olio di oliva extravergine, la pasta, il vino o i pomodori, sono biologici e hanno tutti il marchio di ‘Libera Terra’ perché prodotti da cooperative nate grazie a ‘Libera’ nelle terre confiscate alla mafia in varie parti d’Italia.

Peppe Pagano, il responsabile della NCO, ha raccontato in una sua vecchia intervista che “Il ristorante ci ha sbalordito, sta andando avanti da solo. All’inizio abbiamo pareggiato, ora abbiamo degli utili. Pratichiamo prezzi equi: 5 euro pizza e coca cola, 10 euro con antipasti, pranzo completo a 20 euro. Ciò che è andato meglio è stata la consegna a domicilio, in un paese di 70 mila abitanti non c’era nessuno che se ne occupasse”. La cooperativa Agropoli-città dell’agro che gestisce il locale, è una diramazione dell’Associazione ‘Omnia’, formata nel 1999 da un gruppo volenteroso di giovani di San Cipriano D’Aversa e dai genitori di ragazzi disabili. Oggi si occupa soprattutto di attività socio-sanitarie, e della trentina di membri della cooperativa, tra soci e lavoratori, una buona parte è costituita da persone con handicap psichici o fisici.

La ‘Nuova Cucina Organizzata’, rappresenta una scommessa vinta alla grande, emblema di legalità e di impegno e sviluppo sociale, in una terra che troppo spesso è messa in ginocchio dalla criminalità organizzata. A servire i clienti della trattoria ci sono ragazzi che grazie a questa attività hanno ritrovato la gioia di vivere. Felicetta, serve in sala da qualche anno ed è sfuggita alle avances insistenti di un uomo che poteva essere suo padre e che voleva abusare del suo ritardo mentale; Paolo, invece, è un ragazzo con sindrome di down, il quale una volta finita la scuola stava tutto il giorno chiuso nella sua abitazione. Si era depresso, era diventato irascibile e nervoso; ora invece gestisce la sala di NCO ed ha anche diretto alcuni buffet ufficiali tra cui quello della Commissione Parlamentare Antimafia. La storia di Romualdo è diversa. Ha più di 50 anni, e fino a qualche anno fa stava in un centro, una specie di manicomio, anche se non aveva un’alta disabilità psichica, per il solo motivo che da bambino era stato abbandonato e non aveva parenti. Quando è arrivato da NCO chiedeva gli spiccioli e le sigarette per strada. Ora aiuta in varie faccende, ha un contratto e riesce a mettere da parte il guadagno su un conto postale.

Queste sono solo tre storie intrecciate che vanno a formare quella più grande della ‘Nuova Cucina Organizzata’, una realtà che si è affermata negli anni, nata da persone che hanno il solo intento di regalare un futuro a chi sembra non averne uno.