Si può nascere a Pisa e sognare di travalicarne i confini, si può vivere a Vecchiano ed essere rapiti dalle pagine dei libri. Perdersi e sognare, alzare il naso immerso nei tomi della biblioteca di uno zio e fare di quei libri una mappa di viaggio, la strada da seguire per amore delle parole.
Nascere a Pisa il 24 settembre 1943, morire a Lisbona nell’amato Portogallo il 25 marzo 2012, per una malattia, lasciarci oggi dopo solo 68 anni, lasciarci impreparati al saluto ad un viaggiatore che ha seminato dietro di sé una scia di righe da seguire.
Se l’amore poi per un grande nasce su di una bancarella non si può non riflettere sul potere suggestivo dei versi che a Tabucchi impressero un marchio ed una forma, i versi del grande Pessoa di cui Antonio fu estimatore, traduttore, amatore. La svolta alla sua vita passa per le mani di un ambulante e da Parigi, accompagnato dal ritmo del fado, la sua strada lo vide arrivare a Lisbona, farne la sua città per elezione. Cittadino europeo, voce superba della letteratura, scrisse in italiano ed in portoghese, di cui fece la sua seconda lingua. Una sola grande madre latina ed un cuore diviso fra due nazioni.
Il suo esordio con Piazza d’Italia nel 1973, a seguire pubblica Il piccolo naviglio, Il gioco del rovescio e altri racconti, Donna di porto Pim , nel 1984 il suo primo romanzo di grande successo, Notturno indiano, dal quale fu tratto un film e per il quale vinse il prix Médicis étranger. Nel 1987 pubblica I volatili del Beato Angelico e Pessoana Mínim. A seguire pubblica I dialoghi mancati , Un baule pieno di gente. Scritti su Fernando Pessoa, L’angelo nero , in portoghese Requiem e Sogni di sogni. Nel 1994 scrive Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa e soprattutto il romanzo che è caro al cuore di tutti i lettori, Sostiene Pereira, vincitore del premio Campiello, simbolo assoluto della libertà di espressione del giornalista di cui è sempre stato fautore ed espressione stessa.
Nel 1997 scrive il romanzo La testa perduta di Damasceno Monteiro, tratto da una storia vera, poi successivamente Marconi, se ben mi ricordo e L’Automobile, la Nostalgie et l’Infini. Nel 1999 scrive Gli Zingari e il Rinascimento e Ena poukamiso gemato likedes. Del 2001 è Si sta facendo sempre più tardi, per il quale ottiene il premio “France Culture”. Uomo la cui libertà intellettuale mai potrebbe essere messa in discussione, fu querelato per un articolo pubblicato sull’Unità del 2009 per aver “chiesto spiegazioni” circa la condotta dell’allora presidente del senato Schifani: al suo fianco si pose oltre che gran parte del mondo giornalistico italiano anche il transalpino “Le Monde”. Si dichiarò sempre in aperto contrasto con la politica del “berlusconismo”.
Membro fondatore dell’”International Parliament of Writers” e professore universitario, nel 2000 è stato proposto dal Pen Club italiano all’Accademia di Svezia per il Nobel di letteratura.
Amò sempre parlare di sé come di un professore universitario, per lui la letteratura era “qualcosa che coinvolge i desideri, i sogni e la fantasia”.
Arrivederci/ Até logo professore.