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Jerzy Andrzejewski, scrittore polacco della rivoluzione

Scrittore polacco, nacque a Varsavia nel 1909, in un’epoca non proprio rosea per la storia dell’umanità.

Ritenuto uno dei migliori prosatori appartenenti alla sua generazione, ai suoi primi racconti (Drogi nieuniknione “Strade inevitabili”, 1936; Lad serca “Armonia del cuore”, 1938), subito dopo la seconda guerra mondiale, fece seguire una serie di storie aventi come tema l’occupazione tedesca (Noc “La notte”, 1945).

Studiò filologia all’Università di Varsavia, nella Seconda Repubblica Polacca, e come tutti i neolaureati, la sua carriera ebbe un modesto inizio, sebbene all’interno del campo di studi a lui confacente: pubblicò infatti il suo primo racconto per l’ABC Magazine, intitolato Wobec czyjegoś życia*.

Successivamente, nel romanzo Popiol i diament (“Cenere e diamante”, 1948), Andrzejewski  (qui troverete l’audio della pronuncia corretta) descrisse le enormi difficoltà che il periodo del dopoguerra portò con sé, sia dal punto di vista economico e sociale, che politico, considerando il trapasso alla nuova struttura organizzativa del suo paese.

Tra le opere successive, meritano menzione sia il volume di ricordi Książka dla marcina (“Un libro per Martino”, 1954), che il romanzo a sfondo storico-ideologico Ciemności kryją ziemię (“Le tenebre ricoprono la terra”, 1957), ambientato ai tempi dell’Inquisizione spagnola, forse in parallelismo con il regime tedesco passato. Questo periodo, infatti, fu quello dell’impegno politico attivo, che vide la sua iscrizione al partito comunista nel 1950, per poi lasciarlo nel 1956 al fine di prendere parte alla Rivoluzione d’ottobre unghrese, e al KOR, il Comitato di difesa del lavoratori.

Altri suoi pezzi famosi sono rappresentati dal racconto allegorico Bramy raju (“Le porte del paradiso, 1960), il romanzo Idzie skaczac po gorach (“Va saltando per i monti, 1963).

Ma Andrzejewski  fu noto a quei tempi anche per il teatro, con il dramma Prometeusz (1973), e per il cinema: collaborò infatti con il regista A. Wajda alla sceneggiatura del film Popiol i diament (“Cenere e diamante”), tratto proprio dal suo omonimo romanzo del ’48; e a quella di Niewinni czarodzieje (“Ingenui perversi”, 1960).

Omosessuale, sebbene sposato con due bambini, da sempre candidato al mai ricevuto premio Nobel per la Letteratura, Jerzy Andrzejewski  (pronuncia polacca [ˈjɛʐɨ andʐɛˈjɛfskʲi]) morì per un attacco di cuore nel 1983. Lo stato della Polonia lo insignì postumamente della Croce di Comandante dell’Ordine delle Polonia Restituita.

 

*(traduzione italiana non disponibile, se ne sei a conoscenza, segnalacela qui).