Pierantozzi trasmigrato in Ellisiani-italici stilemi narrativi, snelli, smilzi, secchi, mai perdenti di forza: un risucchio adolescenziale di potenza lesta, temporalmente incessante.
D.C – Ivan Il Terribile; Pacey, Dawson-Jack, Joey:
Ivan, Federico, Sara, intrecciati in amori morbidi, poi attratti da triplici mènage à trois mortali… disarmati in uno scenario ora spettrale ora profumante di rapporti primi come di primi ti amo, ti illudo, ti stringo,ti premo il corpo ad un altro, costringo il timore all’accoglimento del primo atto di paura carnale. E l’attrazione verso il cattivo, verso il Male incastonato in porzioni oftalmiche verdi-orco, Ivan, e il ritmo dei film che spoglia la verità onirica d’ogni carillon interiore: Sara, Ivan il Ribelle, Federico, un triangolo irregolare, cruento, bavoso di lacrime, cristallino nella simil-verità.
Pierantozzi prende i fili sottili (come aghi invisibili nervosi), della geniale “velocità innata” della scrittura: la americanizza, o meglio, si potrebbe sentenziare: struttura con innovazione brillante un palcoscenico di lettura celerissima, sublime, di personaggi parlanti nei loro soliloqui animici, E TU PARLI E LORO PARLANO E I CUORI PAIONO PULSARE CON LE LORO PAROLE E LA PENETRAZIONE PARE FARSI FILM IN DIRETTA ED IL SUDORE DEL TURPILOQUIO GIOVANILE E BELA LUGOSI DENTRO I SOGNI DI UN RAGAZZO NEL CINEMA E IL CINEMA COME FORMA DI LIBERAZIONE GIOVANILE E PAPER CUP RISUONA NELLA MENTE CHE TORNA INDIETRO SPUTA SUL TEMPO E DIVENTI GIOVANE, RITORNI GIOVANE, FORSE LO SEI,LO SEI STATO, BESTEMMI, INVEISCI, PENETRI, PUTTANA GIOVINEZZA PERDUTA… diresti !
Roccafluvione, Capeside urbana, lurida, il maneggio un quasi-luogo dove si consuma la nascita il “farsi” il prodursi di un romanzo dentro un film e di un film dentro un romanzo e la pellicola brucia, diventa viaggio italiano, diventa tentata promessa oniricamente fattiva: il selvaggio dentro ciascun sentimento adolescenziale, il cimitero visto dal didentro di un ragazzino, Federico, la scopata vista dal didentro della solitudine di tutte le scelte sessuali, lo sfacelo delle famiglie arroccate, quindi consolate, nella confessione reciproca, amicale. Le paure sinallagmatiche che finiscono in lacrime: sbugiardate dai corvi che Pierantozzi descrive come visti dalla morte, dalla morte di un giovane, proprio dentro: non dalla morte del vecchio.
Pierantozzi scruta all’interno delle camere degli adolescenti, vede le pareti, vede i poster, vede il luogo dell’allontanamento non-reale, vede una primordiale formina dei marchingegni, giovanissimi, cattivi-buoni, del logos della mente ancora non matura, vede il fantastico, vede il plot del fantastico, ma non si sperde in mutismo sterile, s’eleva in filosofia incastrata sapientemente: palpita una storia immortale, palpita la maturazione del corpo ancora vergineo del ragazzo poi uomo poi diavolo poi per sempre giovane nel FANTASTICO, nel CRUDELE?
Ivan il Terribile, Federico, Sara, come i tre di Capeside uniti- disuniti-riuniti-vecchi-giovani-nongiovani-amanti-non amanti-sognatori-surreali sognatori-astratti filosofi in erba-promotori del sogno nel viaggio- promotori del bacio dato- del bacio strappato- della LUNA DI CARTA- delle fughe- del buio della camera quindi del maneggio- del fiume come fughe, quindi dell’autostrada come infinita fine… per sempre?
Alcide Pierantozzi decide, con schiettezza, di introdurre un capitolo nuovo della narrativa italiana, perchè innova e ricrea uno stile fulmineo, semplice, “quasi americano”; genialmente partorisce una nuova America nei posti italici, una nuova fantasia irreale nelle nostre province, una nuova inquietudine giovane nelle nostre città, una nuova comicità disturbata, una nuova razzia giovanile della cattiveria e dell’amore eterno e del corpo eterno: questo è il genio, fottuti lettori, uno dei pochi geni italiani con le mani di mago londinese, questo è Pierantozzi Alcide .
Leggete questo piccolo capolavoro, perché carnalmente vi crederete eterni… chè poi la giovinezza è nel cuore o nella pelle? Non morirete, statene certi…
Amen
“Paper Cup”
di Heather Nova
Wishful thinking I might be yours
Drifting on every step
I’m always drawn to the dark horse
Sweet sweet, oh nothing’s said
And every dream, every, is just a dream after all
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the night’s in a paper cup
When you want it to last
Wishful thinking you might be mine
Every shiver sends
One breath under the bridge of sighs
Bending where the river bends
And every dream, every, is just a dream, after all
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the nights in a paper cup
When you want it to last
And every dream, every, is just a dream after all
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the night’s in a paper cup
When you want it to last
And everything stands so still when you dance
Everything spins so fast
And the night’s in a paper cup
When you want it to last