Uomini illustri e persone comuni, da secoli, continuano a chiedersi cosa sia il male e per quale motivo esso ci affascini così tanto. Molti hanno dato a queste domande delle risposte fataliste, che conducono ad un’unica grande verità e cioè che l’uomo nasce perverso, malato e il male non è altro che l’espressione manifesta dei nostri istinti primordiali. Il male sarebbe dunque una tendenza naturale, nient’altro che un’inclinazione dell’io all’autodistruzione. Ma è davvero solo questo? Credo molti di noi non siano d’accordo con questa tendenza a semplificare un pensiero così articolato che ha richiesto secoli d’indagini filosofiche e teologiche e a cui, ancor oggi, non si riesce a dare una risposta definitiva. In questo complesso e articolato panorama di tendenze contrapposte, anche la nostra redazione ha cercato d’inserirsi all’interno di questo dibattito, proponendo una vera e propria indagine all’interno delle sfaccettature di questo Giano bifronte.
Il primo sguardo che diamo al male, è quello che scorgiamo con gli occhi di Chiara Ammendola, la quale sembra vedere nel male qualcosa di insito in noi, come un seme che si nasconde sotto i primi strati di terreno. Mentre su una sponda si è piantato un germe, sull’altra, Francesca Schipa, ci porterà con un suo racconto a concepire il bene nel male, l’essenza nell’assenza, come coppie opposte di una stessa maschera.
Ma se nel racconto sopracitato, potevamo ancora trovare qualche spiraglio di luce a darci speranza, sostenuto dalla penna di Erlinda Guida, arriverà un Leopardi scompigliato e spensierato ad alitarci in viso che “tutto è male, ogni cosa che è, è male”. Come sempre, le cattive notizie, non arrivano mai da sole e a dare manforte alle tesi di Erlinda, Marina, ci narrerà la storia di una sanguinaria Contessa Nera, ricordandoci che in ognuno di noi, anche nella cella più recondita del nostro essere, si cela una belva e a noi va il compito di lasciarla libera o ammaestrarla.
Con The Strange Case of Dr Jekyll e Mr Hyde, Corrado Capone, invece, ci riproporrà la metafora letteraria della lotta interiore tra il bene e il male, una lotta che perdura in ogni uomo indipendentemente dalle sue inclinazioni o volontà. Dai classici senza tempo, nel corso delle ore vedrà la luce una riflessione originale di Angela Bongiorno, la quale, ripropone sulla carta virtuale, un libretto blu molto particolare. Un libretto di confessioni strappate ad uomini che hanno tolto la vita, un libretto dunque, che lascia parlare il male stesso, senza rinchiuderlo in mezzi termini e scatole pompose.
Grazie ad un’ascesa pindarica passeremo da un estremo all’altro, da una vita nella quale il male è tutto, alle riflessioni proposte da Giuseppe Salzano, che giungono sino alle soglie del paradosso vedendo nel male una banalità, ma potrete scoprirne di più con una sua riflessione sull’Olocausto, visto attraverso la penna di Hannah Arendt, una delle pensatrici più grandi del secolo scorso.
Da qui in poi, si aprirà un momento di riflessione sulla derivazione del male, contrapponendo o meglio integrando due idee opposte. Ci sarà chi, come Emiliana Cristiano, vedrà nel male qualcosa di ereditario che si tramanda da generazione a generazione, come un freddo e calcolato passaggio di testimone che rimbalza da scrittore a scrittore. Mentre altre menti, come quella di Nunzia Attardi, vedranno nel male qualcosa di agghiacciante e misurato e cercheranno di mostrarcelo attraverso una serie di racconti come quella de Il male naturale di Giulio Mozzi.
“Il male conosce il bene, ma il bene non conosce il male” dirà Kafka ed è proprio quello che la nostra Francesca Raviola cercherà di mostrarci attraverso il classico che ha lasciato innamorare migliaia di giovani donne: Cime Tempestose. Oscuri e lerci invece, sono i mari in cui versava l’amato signore della letteratura oscura, Moussier Baudelaire e sarà proprio della sua vita e del suo sentirsi il “puro male” che il nostro Antonio De Palma ci parlerà, descrivendoci le incrinature di un animo perverso e malinconico.
Il nostro percorso sui sentieri impervi del male ci condurrà poi ad una mia riflessione sul male cosmico. Attraverso un racconto meno noto di Lovecraft, Alle montagne della follia, infatti, cercherò di far luce sulla nostra esigenza di trovare una giustificazione al male, incolpando persino l’ignoto pur di discolpare noi stessi. Alle ore 17 del 5 febbraio Andrea Cenicola ci condurrà verso la fine di questo speciale, riproponendoci una riflessione su cosa rappresenti per noi il male e lasciandoci domandare sotto quali vesti esso si ripresenti ai giorni nostri.
Il male è dunque in ogni poro della nostra quotidianità? O l’abbiamo plasmato e deformato per non averne più paura? Qual è la tua risposta? Questa era la nostra.